L’amico ebreo di Pio XII
Un documento inedito racconta l’amicizia del papa e del medico Mendes
Avanza lentamente, ma decisamente, la campagna di “riabilitazione” di papa Pacelli nei confronti del “caso ebraico”. Se è vero infatti che, ancor prima della morte del papa nel 1958, Israele e gli ebrei di tutto il mondo gli hanno reso omaggio per quello che aveva fatto per loro durante la guerra – quando le ferite scottavano ancora – , resta altrettanto vero che qualche anno dopo si è dato inizio ad una feroce opera denigratoria e accusatoria del pontefice, tuttora in corso, colpevole di non aver “gridato” contro l’Olocausto. Articoli, libri, film hanno alimentato e continuano ad alimentare la leggenda nera su Pio XII, cui si associano anche alcuni esponenti dello stesso mondo ebraico. L’idea poi che il papa possa venir beatificato è vista con grande disapprovazione. Naturale che la Santa Sede abbia risposto in diverse maniere, pubblicando atti e dichiarazioni da cui si evince che Pacelli era tutt’altro che filonazista e antiebraico.
Spunta ora un documento inedito, pubblicato sull’Osservatore Romano di ieri 9 ottobre, sulla lunga amicizia del pontefice con il medico ebreo Guido Mendes. Un fatto sconosciuto ai più. I due erano coetanei, nati nello stesso anno 1876. Si ritrovarono sui banchi del liceo classico Visconti a Roma: Pacelli, per chi non lo sapesse, non fu mai in un seminario (come accadde anche a papa Montini), e studiò presso questo istituto fortemente laico e anticlericale. I due studenti si frequentavano. Pacelli chiedeva all’amico saggi sulla teologia ebraica, lo andava a trovare a casa a festeggiare il sabato. Non si sono mai persi di vista, anche quando Pacelli diventò nunzio e cardinale e Mendes un luminare della medicina, generoso verso tutti, e fascista convinto, salvo essersi dimesso nel ’38 a causa delle leggi razziali. È a questo punto che Mendes capisce quale possa essere il futuro che attende lui e la famiglia e si rivolge a Pacelli, chiedendogli di procurargli un visto d’ingresso in Palestina, allora sotto tutela inglese. Pacelli le tenta tutte, nonostante il ripetuto diniego inglese.
Oggi spunta dall’Archivio segreto una lettera che il cardinale scrisse il 21 gennaio 1939 al delegato apostolico di Gerusalemme e Palestina allo scopo di farvi entrare Mendes – che ivi aveva delle proprietà – e successivamente la famiglia. Come avvenne. Mendes nel ’40 partì con l’intera famiglia, e nel ‘48 passò nello stato ebraico. La famiglia è rimasta sempre grata a Pacelli, che morì prima di Mendes, scomparso nel 1965.
Senza far torto a papa Wojtyla, è Pio XII il primo pontefice del Novecento, dopo Pio X, ad aver avuto rapporti non occasionali ma costanti – e familiari – col mondo ebraico. Nonostante quel che dica la leggenda nera.