Lame azzurre vincenti
Proviamo a indovinare: quale sarà la disciplina che durante i prossimi giochi olimpici potrà regalare le maggiori soddisfazioni agli appassionati di sport del nostro Paese? Domanda troppa facile, vero? Eh già, perché non si può davvero non indicare nella scherma lo sport su cui l’Italia (ancora una volta) farà maggiore affidamento per rimpinguare il proprio bottino di medaglie a cinque cerchi durante le sempre più imminenti Olimpiadi di Rio. Accade così ogni quattro anni, ormai è una piacevole abitudine. D’altronde la scherma italiana ha conquistato ben 121 medaglie ai giochi olimpici (48 ori, 40 argenti e 33 bronzi), contribuendo così a portare a casa, da sola, più del 20% di quelle conquistate in tutto dal nostro Paese (sin qui 550).
La scorsa settimana, a meno di due mesi all’inizio ufficiale dei Giochi, il centro tecnico della Federbocce dell’Eur Torrino, a Roma, ha ospitato i campionati italiani assoluti di quest’avvincente disciplina. Una delle ultime occasioni per saggiare da vicino la condizione dei nostri rappresentanti che, alle prossime Olimpiadi, daranno battaglia per cercare di salire sul podio. E a Roma, in questi ultimi giorni, c’erano quasi tutti gli schermidori italiani che vedremo in pedana in Brasile. C’erano, tanto per cominciare, gli specialisti e le specialiste del fioretto, l’arma in cui probabilmente abbiamo le maggiori aspettative in vista dei Giochi. E c’erano anche spadisti e spadiste, sciabolatori e sciabolatrici, che abbiamo visto tutti impegnarsi allo spasimo, come si fa negli appuntamenti che contano. Perché vincere un campionato italiano, in questo sport, a volte è quasi più difficile che portare a casa una medaglia in un importante avvenimento a livello mondiale.
Può sembrare un controsenso, ma è davvero così. Il fatto è che in Italia abbiamo un “serbatoio” di schermidori e schermitrici veramente importante. Così, per arrivare a giocarsi il titolo tricolore, a volte capita di dover superare uno dietro l’altro tanti atleti veramente competitivi, e questo non sempre accade a livello internazionale. Non ci credete? Prendete ad esempio quanto successo sabato nella prova di fioretto femminile. Elisa Di Francisca, la campionessa olimpica in carica di fioretto individuale e in questo momento numero quattro del mondo, negli ottavi di finale dei campionati italiani ha incontrato Martina Batini, riuscendo a imporsi di una sola stoccata (14-13). La Batini è attualmente la numero sette del ranking mondiale, eppure lei a Rio non andrà. La regola delle rotazioni tra le prove a squadre olimpiche, infatti, fa si che ai Giochi ogni Paese possa schierare in questa gara al massimo due ragazze (ai Giochi, oltre alla Di Francisca, vedremo impegnata Arianna Errigo).
Dopo un match abbastanza “complicato” contro Elisa Vardaro nei quarti di finale, portato a casa in maniera più sofferta di quanto dica il punteggio finale (15-10), la talentuosa jesina ha trovato in semifinale proprio Arianna Errigo, che in questo momento è la numero uno della classifica mondiale. Un incontro bellissimo, che ha tenuto con il fiato sospeso il pubblico presente nel palazzetto. Un incontro che, peraltro, è stato la riedizione della straordinaria finale olimpica disputata quattro anni fa a Londra. La Di Francisca si è aggiudicata l’assalto per 15-14, e si è qualificata così per la finale, dove ha sconfitto Valentina Cipriani, altra schermitrice d’indubbio talento. E anche Andrea Cassarà, il vincitore del fioretto maschile, ha dovuto lottare non poco per portare a casa il titolo italiano 2016. Pure qui nulla di strano, tenuto conto che in questo momento l’Italia vanta ben otto specialisti di quest’arma tra i primi cinquanta del mondo. La finale tra Cassarà e Andrea Baldini (che a Rio parteciperà solo alla prova a squadre) è stata uno dei momenti più emozionanti di questi campionati assoluti.
Se nel fioretto i pronostici sono stati in qualche modo rispettati, nella sciabola non sono mancate le sorprese. Al maschile, con Aldo Montano assente perché reduce da un infortunio, l’attesa era soprattutto per Diego Occhiuzzi (argento olimpico quattro anni fa ai Giochi londinesi), che proprio con Montano formerà la coppia italiana in gara a Rio. Lo schermidore napoletano, però si è fermato ai quarti di finale, battuto da Luigi Samele, poi vincitore del titolo assoluto. Titolo italiano, sul fronte femminile, che è andato a Martina Criscio, con le più accreditate (e già qualificate per Rio) Rossella Gregorio e Loreta Gulotta che si sono dovute accontentare della medaglia di bronzo.
E le sorprese non sono mancate neanche per quanto riguarda la spada. In campo femminile, Rossella Fiamingo, già medaglia d’oro individuale ai mondiali di Kazan del 2014 e di Mosca del 2015, nostra unica rappresentante in quest’arma ai Giochi di Rio, è uscita dal torneo addirittura a livello di sedicesimi di finale. Il titolo italiano se lo è aggiudicato così Mara Navarria, quest’anno una delle migliori spadiste al mondo (al momento è la sesta del ranking internazionale), ma che a Rio non potrà andare poiché la nostra squadra di spada femminile non è riuscita ad ottenere la qualificazione (alle Olimpiadi potremo quindi portare solo un’atleta, e la scelta dei selezionatori è caduta sulla Fiamingo). Sul fronte maschile, invece, il titolo l’ha conquistato Lorenzo Bruttini, giovane spadista senese, mentre gli altri azzurri che vedremo impegnati tra meno di due mesi ai Giochi, sono usciti prematuramente dal torneo. Parliamo più nello specifico di Enrico Garozzo, attualmente numero due del mondo, e di Paolo Pizzo (Marco Fichera era assente).
Pizzo, in questi giorni, non è stato impegnato solo nei campionati italiani, ma anche nella presentazione di un libro scritto insieme al giornalista della Gazzetta dello Sport, Maurizio Nicita. “La stoccata vincente”, questo il titolo della pubblicazione edita dalla Sperling & Kupfer, è un libro che vi consigliamo di leggere, perché non è solo il racconto dell’attività agonistica di uno sportivo affermato, ma anche la testimonianza di un ragazzo che ha dovuto impegnarsi in un “incontro” molto più difficile di quelli cui solitamente è abituato a fare in pedana, quello con il cancro. <
Lo spadista catanese, infatti, che nel 2011, proprio nella sua città, si è laureato campione del mondo, a tredici anni scoprì di avere un tumore al cervello. I medici consigliarono a Paolo di smetterla con la sua amata scherma, ma lui non si diede per vinto. Così, dopo aver debellato la malattia, è diventato un campione di cui lo sport italiano va particolarmente fiero. Un campione che ora vuole, insieme ai suoi compagni di nazionale, farci sognare nelle prossime calde serate di agosto. Quando, tantissimi appassionati di sport, saranno attaccati al teleschermo per tifare Italia durante i Giochi di Rio. A tifare soprattutto loro, i nostri ragazzi e ragazze della scherma. Quelli … che non tradiscono mai.
La selezione italiana per Rio
Le scelte dei nostri rappresentanti per Rio sono già note da qualche tempo. La squadra azzurra sarà composta di quattordici elementi per le sei prove individuali, più altri tre che andranno a completare i quartetti delle tre prove a squadre in cui il nostro Paese sarà impegnato a Rio (in questa edizione olimpica non si disputeranno le prove a squadre di fioretto femminile e sciabola maschile).
Fioretto maschile: Andrea Cassarà, Giorgio Avola, Daniele Garozzo (più Andrea Baldini per la prova a squadre)
Fioretto femminile: Arianna Errigo, Elisa Di Francisca
Spada maschile: Enrico Garozzo, Paolo Pizzo, Marco Fichera (più Andrea Santarelli per la prova a squadre)
Spada femminile: Rossella Fiamingo (Italia non qualificata per la prova a squadre)
Sciabola maschile: Aldo Montano, Diego Occhiuzzi
Sciabola femminile: Irene Vecchi, Rossella Gregorio, Loreta Gulotta (più Ilaria Bianco per la prova a squadre)