L’altro nei volti nei luoghi
Palermo e Milano viste attraverso l'obiettivo del fotografo Giovanni Chiaramente e accomunate dalla multietnicità. Una mostra a Sondrio.
Ad accomunare due diverse città, geograficamente all’opposto, Palermo e Milano, è l’obiettivo del fotografo Giovanni Chiaramente su un tema di grande attualità come quello della multietnicità e dei mutamenti sociali. L’altro nei volti nei luoghi non è solo una mostra, ma è anche una proposta di analisi che, grazie alla mediazione del mezzo fotografico, invita a guardare oltre l’emergenza sociale, per aprire in ognuno di noi un nuovo modo di vivere e custodire tutti quelli che vivono accanto a noi, nei nostri paesi e nelle nostre città.
Palermo ha uno dei centri storici più straordinari dell’’intero mondo occidentale. Negli ultimi dieci anni, all’esodo verso i nuovi quartieri residenziali da parte dei residenti siciliani, ha fatto seguito un sempre più irresistibile inurbamento da parte degli immigrati provenienti dall’Asia e dall’Africa. Oggi, nei più importanti quartieri simbolo di Palermo e della Sicilia, Vucciria e Ballarò, abitano e vivono persone di una decina di etnie non europee che formano ormai la stragrande maggioranza della popolazione.
Milano, invece, conosce il fenomeno dell’immigrazione in maniera profondamente diversa, ma altrettanto significativa. In molti quartieri che hanno caratterizzato storicamente l’identità della città, la presenza di culture di altri paesi è notevole e ha contribuito a cambiare il volto della città. Una dimensione assolutamente nuova dell’abitare sta quindi emergendo, o è già emersa, in queste due città che sono l’emblema del sud e del nord dell’Italia. Gli antichi palazzi, le strette vie e i vicoli di Palermo, come gli isolati popolari e i viali di circonvallazione, che hanno generato alcuni tra i più straordinari racconti del Novecento italiano, tra Bufalino e Testori, sono diventati oggi lo scenario di nuovi e ancora sconosciuti racconti provenienti da lingue spazi e tempi irriducibilmente diversi, ma destinati a svilupparsi insieme nel presente e nel futuro.
L’interesse per l’altro nasce dallo stupore di Chiaramonte di fronte ai profili architettonici costituenti l’identità italiana, animati da attori antropologicamente e culturalmente stranieri e destinati a contribuire alla costruzione della nuova identità italiana. I volti dell’altro il fotografo li ha intravisti, cercati, incrociati e rappresentati in queste due città accomunate dalla presenza, attività, vitalità di uomini e donne del mondo. Le immagini di Chiaramonte si pongono come contemplazione della dignità e della grandezza del fenomeno umano e sono in grado di prefigurare la condizione presente e futura della civiltà europea.
Sondrio, Galleria Credito Valtellinese e Palazzo Pretorio, fino al 28 novembre 2010