L’altra Napoli
Uno scatto d'orgoglio e tanta indignazione: si respira anche questo, per le strade di Napoli, dove finalmente stanno sparendo i rifiuti, mentre si cercano soluzioni serie all'emergenza
Vorremmo raccontarvi, qui da Napoli, cosa sta succedendo tra la gente per far sentire in tutta Italia e anche oltre la voce dell’“altra Napoli” e riferirne le gesta in questo delicato frangente.
Dove con “altra” si intende quella dei cittadini, ma anche della gente comune, la Napoli che i media hanno finora tenuto in scarsa considerazione. Quella che i politici al potere negli ultimi venti anni (tutti, senza distinzione di schieramento), fino ad un mese fa hanno sottovalutato.
In città si avverte in questi giorni uno scatto d’orgoglio e di indignazione. Indignazione napoletana, beninteso, cioè i toni possono anche essere alti, ma senza mai perdere di vista intelligenza e ironia. Fuori città, in provincia, la situazione non consente purtroppo altro che paura e rabbia. L’ironia non ce la fa più a venire fuori, però nessuno vuole arrendersi, “mamme vulcaniche” in testa.
L’obiettivo in cui la gente ha fiducia, nonostante tutto, è quello di raggiungere il 70 per cento di raccolta differenziata porta a porta entro settembre. Se fosse vero, un altro inceneritore sarebbe escluso, quindi. E difatti nessuno lo vuole.
Il vicesindaco e assessore all’ambiente del Comune di Napoli, Tommaso Sodano, chiamato da De Magistris a questo compito per la sua notevole competenza tecnica e politica, interpreta molto bene il clima che si coglie in giro: «Siamo molto fiduciosi perché a parte il piano che stiamo predisponendo c’è uno straordinario entusiasmo in città e una voglia dei napoletani di essere protagonisti di questa nuova fase».
I napoletani (e i casertani, ecc.) sanno bene cosa c’è in gioco (camorra e collusioni comprese) e da buoni fatalisti cercano “solo” di trovare una soluzione ai loro problemi che sia vera, seria e intelligente. Insomma, per dirla in positivo, a Napoli in questi giorni, accanto al dramma (un dramma serio e pesante) sta nascendo una cosa nuova, fantastica: si chiama “società civile”. Una cosa incredibile e commovente, tutta napoletana.
La primavera di Napoli nascerà dalla spazzatura? Sono molti quelli che ci credono e si impegnano per questo. E se questa dimensione “civile” purtroppo non emerge dalle cronache mediatiche, è quella che in questo inizio di luglio segna di più il clima sociale della città, perché apre una porta di speranza che finora sembrava sigillata.