L’alternativa alla plastica
Continuano ad aumentare in varie parti del mondo buone pratiche ed esempi concreti alternativi all’uso della plastica. Il continente australiano ha visto un drastico calo registrato negli ultimi 8 mesi, da quando le due catene maggiori della grande distribuzione – Coles e Woolworths – hanno aderito allo stop dei sacchetti per la spesa monouso. Pensate, un calo dell’uso della plastica dell’80% da giugno 2018 vuol dire 1,5 miliardi di sacchi monouso in meno.
In Australia esiste una legge per eliminare le borse di plastica monouso ovunque, ad eccezione del New South Wales, lo Stato più popoloso della nazione. A New York, un’altra buona notizia: la “grande mela” mette al bando il polistirolo e tutti gli altri contenitori in plastica per il cibo di strada. Dal 1° gennaio 2019 infatti è entrato in vigore il decreto Foam ban, che vieta i vassoi in plastica, i contenitori in polistirolo e altri prodotti in schiuma. Quindi i classici hot dog, gli hamburger o le tazze monouso del caffè diventate famose nei film hollywoodiani saranno serviti in altro modo, come in contenitori di alluminio, carta alimentare, plastica rigida, vetro…
Gli esercizi commerciali avranno tempo fino a giugno per smaltire le scorte e adeguarsi con alternative anti-plastica, pena multe salate fino a 1000 dollari. Ci sono solo piccole eccezioni come, ad esempio, carne e pesce, che saranno ancora confezionati in contenitori in schiuma. L’idea di questo divieto risale al 2013, quando lo propose l’allora sindaco Bloomberg. Il suo successore, l’attuale sindaco Bill de Blasio, ha portato avanti questa battaglia, ma una coalizione di produttori e ristoratori portò il Foam ban davanti al giudice che chiese all’amministrazione di New York più informazioni prima di confermare l’applicazione del bando.
Grazie a nuovi studi che dimostrano la pericolosità delle microplastiche in natura e la difficoltà di smaltire i contenitori in schiuma, il decreto tanto discusso è stato accettato, entrando in vigore quest’anno. Oltre a New York, anche Washington, Boston, Chicago e Honolulu hanno già bandito l’uso di questi prodotti.