Dopo l’alluvione, intervista alla sindaca di Bertinoro
L’alluvione ha colpito duramente anche il territorio di Bertinoro, denotato dal suo splendido borgo medievale collocato sulle colline romagnole fra Forlì e Cesena. Un comune con 11 mila abitanti distribuiti su parecchie frazioni. Abbiamo incontrato la sindaca Allegni.
Quale è la situazione post alluvione a Bertinoro?
Stiamo quantificando i danni, il maltempo ci ha lasciato poca tregua, non ci ha lasciato il tempo soprattutto per la verifica dei danni e delle analisi geologiche. Siamo un comune con una vasta area sia di collina che pianura, al momento ci sono oltre 70 tra frane e smottamenti, fenomeni di allagamenti nelle zone di pianura a causa dell’esondazione del Rio Salso che ha colpito in particolare i centri sportivi e le terme della Fratta, che sono una struttura privata ma fondamentale per il turismo del territorio. Qui si sono allagati sia il parco storico vincolato sia la struttura termale stessa e sono stati toccati gli impianti: quello elettrico e l’impianto fanghi.
Ci sono state contaminazioni delle acque dei pozzi delle acque termali, per cui adeso sono in corso analisi e perizie che ci diranno più o meno quale sia l’entità dei danni, ma siamo nell’ordine di qualche milione di euro. E poi gli allagamenti di Pianeghina, di Capocolle e di Santa Maria Nuova. Insomma, abbiamo subìto in pieno questo disastro ambientale perché non è stata una semplice alluvione, ma qualcosa di più che ci deve anche far riflettere in previsione futura.
Le giornate di Bertinoro dell’economia civile previste ad ottobre rischiano di essere rimandate?
No assolutamente. La XXIII edizione delle giornate di Bertinoro ad ottobre la salviamo, anche perché si svolge all’interno della nostra rocca vescovile dove si trova il centro universitario che fortunatamente non è tra i siti che sono stati interessati dall’alluvione, cosa non del tutto scontata perché, in realtà, monte Maggio, che è il colle che si affaccia esattamente di fronte a quello della Rocca, ha subìto eventi franosi importanti.
Nell’area della Rocca abbiamo avuto un peggioramento di una frana che si era già però verificata nel tempo, ma è sotto controllo e non inficia assolutamente l’attività delle giornate. Proprio in questi giorni stanno girando un film all’interno degli spazi della Rocca, abbiamo tanti eventi in centro storico, questo testimonia che siamo ripartiti nel segno della cultura e così continueremo perché siamo un Comune a forte vocazione turistica, quindi per noi la stagione estiva è davvero la più importante e la più impegnativa.
Una corsa contro il tempo…
Sì, siamo stati molto angosciati fino all’ultimo, adesso siamo in un momento in cui si incrociano ordinario e straordinario per cui dobbiamo portare avanti tutta la programmazione culturale che per il comune di Bertinoro è una parte importante del nostro investimento di bilancio.
Lei prima parlava di disastro ambientale: ma cosa è accaduto al territorio, in questi anni?
Secondo me si incrociano diverse questioni, non è solo una questione di manutenzione dei fossi o dei tombini. Certamente c’è un tema decennale di bassi investimenti da parte prima di tutto dello Stato sulla messa in sicurezza del territorio e sul contrasto al dissesto idrogeologico. C’è stata forse anche una pianificazione non dico scellerata, ma di certo non tanto consapevole di quelli che potevano essere gli effetti di una mancata pianificazione territoriale. Da oggi in avanti certamente bisognerà ragionare in termini di maggiore tutela del paesaggio e del territorio. Come amministrazione questo è uno degli obiettivi che ci siamo dati anche a costo di risultare inflessibili.
Bertinoro ha il piano di protezione civile?
Sì. Abbiamo fatto anche dei momenti di formazione per gli addetti ai lavori e per i dipendenti del Comune. Vogliamo portare questa formazione sui territori per rendere tutti i cittadini più consapevoli sul piano di protezione civile del Comune, ma soprattutto incentivare anche al volontariato, perché la Protezione civile alla fine siamo noi.
A Bertinoro esiste una bella realtà di protezione civile che è l’associazione “Il Molino”, che ha decine di volontari e con loro ci siamo coordinati fin dall’inizio in modo davvero sinergico. Dal giorno stesso in cui c’è stata data la comunicazione dell’allerta rossa abbiamo convocato il Coc, Centro operativo comunale, ci siamo coordinati con la polizia locale con le altre forze dell’ordine, con le realtà di volontariato locale, abbiamo immediatamente inserito nel Coc anche la Croce Rossa, gli scout.
Che tipo di risposta c’è stata?
Devo dire che ho riscontrato nei 40 dipendenti comunali un grande attaccamento al territorio e una forte presenza in Comune, fisicamente presenti tutti i giorni dell’emergenza, alcuni di questi hanno anche dormito in Comune, chi non poteva ha lavorato a distanza. Una grande dimostrazione di qualità della pubblica amministrazione, ecco questo è un altro tema che secondo me emerge da questa da questa situazione di emergenza: la necessità di investire nella pubblica amministrazione, nell’assunzione di nuovo personale, nell’integrazione di nuove risorse. Conosco piccoli Comuni che sono in una situazione di carenza assoluta. Questa cosa non è tollerabile: il personale è davvero un tema fondamentale lo è tanto più in questo momento in cui abbiamo bisogno di tecnici, di geologi, di ingegneri e bisogna che lo Stato questo lo capisca.
Quali sono 3 cose che chiedete al Governo subito?
Risorse immediate, tecnici, assunzioni. E che aprano dei tavoli con dentro i professionisti e gli Enti locali sulla messa in sicurezza del territorio, su una programmazione di lungo respiro che dobbiamo necessariamente iniziare a fare fin da ora perché altrimenti rischiamo fra qualche tempo di trovarci nella stessa condizione di oggi.
Anche voi sindaci avete responsabilità nella gestione del territorio, però…
Assolutamente sì. Io nel mio Comune da oggi cercherò di fare maggiore attenzione alla tutela del territorio, anzi ho già detto che è una delle prime cose da fare appena passata l’emergenza vera e propria. Ma non ci si può affidare solo i singoli Comuni, deve esserci un sistema territoriale che si muove insieme, su questo. Serve proprio un cambio di prospettiva.
Abbiamo visto le immagini di oltre 4mila suini morti e delle aziende della Paneghina in ginocchio, le scuole invece?
Devo dire siamo stati bravi tutti amministratori e tecnici che ci hanno consigliati perché dal momento stesso dell’allerta rossa abbiamo deciso di chiudere le scuole, una scelta fondamentale. Il giorno in cui abbiamo chiuso c’era il sole, sembrava quasi impensabile che dovesse arrivare quello che poi effettivamente è arrivato. Anche fidarsi dei tecnici è un altro insegnamento forte. Quando ci dicono che c’è allerta rossa non si scherza e si devono seguire le indicazioni che vengono date, si rischia la vita. Noi le scuole le abbiamo chiuse subito e dico per fortuna anche perché anche dentro le strutture scolastiche abbiamo avuto problemi di allagamenti, palestre e palazzetto danneggiati.
Lei ha 40 anni, è sindaca dal 2021, usciva dalla pandemia e adesso l’alluvione: come si sente?
L’esperienza del sindaco è totalizzante, la responsabilità è grande. Sento il peso della responsabilità di dover dare risposte certe ai cittadini in un momento drammatico. Sono contenta della mia giunta, i miei assessori sono stati sempre molto presenti, abbiamo fatto molto squadra, siamo stati molto uniti anche con la struttura comunale.
Qual era il percorso di Bertinoro prima dell’alluvione?
Non abbiamo deviato del tutto dal nostro programma, però certamente un po’ di ordinario passerà in secondo piano. L’intenzione è di provare a portare avanti tutto, abbiamo cantieri importanti che devono partire possibilmente entro l’estate: adeguamento sismico di una scuola, di due palestre scolastiche, il Pnrr per un nuovo nido, il decentramento di alcuni uffici comunali, un cantiere che deve terminare nel giro delle prossime settimane unaimportante riqualificazione e rigenerazione urbana a Fratta Terme, abbiamo imminente “La notte Celeste”, che è la festa delle Terme delle Emilia Romagna.
Molte disdette di prenotazioni estive?
Sì, più che altro perché la struttura termale è chiusa fino a data da destinarsi.
Le personalità che animano le “Giornate di Bertinoro” si sono fatte vive per una raccolta fondi?
Adesso non so dire nello specifico, la verità è che da quando abbiamo attivato una raccolta fondi ci stanno arrivando tante donazioni e da parti le più diverse. Pensi che noi siamo gemellati con un comune tedesco, Kaufungen, e lì hanno organizzato una festa di raccolta fondi per Bertinoro, è stata una cosa commovente.
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