L’alcol cambia il cervello
Forse non tutti ricordiamo le parole del presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, pubblicate a fine marzo dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, che suscitarono un profondo disagio nel Parlamento europeo: «Nella crisi dell’euro, i Paesi del Nord hanno mostrato la loro solidarietà con i Paesi in crisi (…). Ma chi la esige solidarietà ha anche degli obblighi. Non posso spendere tutti i miei soldi in liquori e donne e poi chiedere aiuto». Qualche eurodeputato allora chiese a Dijsselbloem di chiarire le sue parole, e perfino qualcuno auspicò le sue dimissioni. Un mese dopo, il 27 aprile, chiese in effetti scusa, per certuni solo diplomaticamente: «Le mie parole erano legate alla situazione di crisi dei Paesi del Sud dell’Europa. Sono stato molto sfortunato, perché non è quello che ho detto e, certo, non quello che volevo dire. (…) Non era mia intenzione offendere nessuno».
Tra l’un e l’altra data dichiarazione, diversi media si sono dati da fare per dimostrare quanto fosse sbagliata la percezione del presidente dell’Eurogruppo, ricorrendo ai dati sul consumo di alcol in Europa. Il quotidiano El Español, ad esempio, tritolava “La mappa sul consumo di alcol in Europa che Dijsselbloem non vuole che tu veda”, riportando dati di statista.com del 2015, secondo i quali sono i Paesi del Nord dove il consumo di alcol per persona e anno è più alto. Solo al nono posto si trova il Portogallo (12,5 litri), e bisogna scendere al 23º posto per trovare la Spagna (10,6 litri), e addirittura al 29º la Grecia (9,3 litri), per citare i Paesi del Sud a cui forse si riferiva Dijsselbloem.
Controversie a parte, il presidente dell’Eurogruppo probabilmente non era ben informato sulla preoccupazione che in tutta Europa provoca la questione dell’alcol, in particolare se si tratta di consumatori giovani. A fine dicembre 2016 era stato diffuso il risultato del lavoro di un gruppo di ricercatori finlandesi (Paese al 12º posto con 11,9 litri) sui danni al cervello dei giovani provocato da un alto consumo di alcol in età giovanile. Questi dieci ricercatori (Outi Kaarre, Elisa Kallioniemi, Mervi Könönen e altri) hanno presentato ora il loro lavoro al XXX congresso del Collegio europeo di neuropsicofarmacologia (Ecnp), che si è tenuto a Parigi dal 2 al 5 settembre. Le loro conclusioni sono state certamente preoccupanti: l’abbondante consumo di alcol in età giovanile cambia l’attività del cervello. E ancora: i danni sono più gravi negli uomini che nelle donne. «Forse dovremmo pensare a regolamentazioni più rigorose sul consumo di alcol per i giovani – ha affermato Kaarre –, giacché nessuno dei partecipanti alla nostra ricerca rientrava nei criteri diagnostici tradizionali per disordini dovuti al consumo eccessivo di alcol; eppure anche in questi giovani abbiamo rilevato cambiamenti significativi nel funzionamento del loro cervello».