L’agopuntura

Nell’era della globalizzazione anche le medicine presenti nelle varie culture e continenti tendono a diffondersi nel mondo intero. Una di queste l’agopuntura, pratica terapeutica della medicina tradizionale cinese e giapponese, è divenuta recentemente oggetto d’attenta valutazione della sua reale efficacia nel mondo occidentale. I presupposti filosofici e scientifici, la teoria e la tecnica dell’agopuntura sono difficilmente rappresentabili alla mentalità occidentale e prescindono dallo scopo di questa breve nota. Ci limiteremo ad affermare che il principale canone della medicina dell’Imperatore HuangTi risale a 2500 anni a.C. Esso si basa su una teoria secondo cui ogni cosa fa capo a due princìpi: Yang e Yin. Il primo è attivo, solare, maschile, con significato di caldo, luce, vita; il secondo è passivo, lunare, femminile, con valenza di freddo, morte, oscurità. Gli organi del nostro corpo sono Yin, i visceri Yan. Sulla superficie del nostro corpo corrono 12 meridiani per lato, anch’essi di natura Yan e Yin. A questa visione fece seguito la dottrina del polso. In base ad essa il polso si palpa in vari punti ed a diversi livelli, sia a destra, sia a sinistra. Vanno esplorate tre localizzazioni per lato e due livelli, superficiale e profondo. Si distinguono perciò 12 polsi che consentono l’ispezione degli organi e dei visceri e del loro stato, analogamente, per certi versi ai 12 meridiani. Questi ultimi, sono linee lungo le quali circola l’energia vitale e le loro intersezioni e congiunzioni danno luogo a molti punti di caratteristiche diverse, indicando l’affezione dell’organo e consentono di influire su di esso mediante la puntura dell’ago. Vi sono punti d’allarme dolorosi quando l’organo corrispondente è malato, altri sono punti di dispersione e di bonificazione, a seconda che i processi morbosi siano riconducibili a difetto o eccesso d’energia, vera e propria forza vitale prodotta dagli organi e distribuita all’organismo, anch’essa divisa secondo i principi Yan e Yin. La tecnica consiste nel configgere aghi di tipo diverso per pochi millimetri, o al massimo per un centimetro, secondo la malattia che si deve curare. Fatta eccezione per le malattie infettive e per le lesioni organiche, l’agopuntura trova applicazione nelle malattie psico- somatiche, nelle affezioni dolorose osteo-articolari, nei disturbi funzionali. Per quanto riguarda la base scientifica dell’agopuntura, poco si sa. Falliti i tentativi per dimostrare la presenza di recettori a livello cutaneo, più recentemente è stato dimostrato che la stimolazione dell’ago sui punti sopra riferiti stimola la produzione d’endorfine da parte dell’organismo. Queste ultime sono sostanze di natura proteica (polipeptidi) prodotte dal sistema nervoso e dall’ipofisi, che svolgono molteplici funzioni in parte ancora sconosciute, tra cui, la più nota è quella del controllo del dolore. Inoltre, con l’ausilio della risonanza magnetica funzionale e della Pet, si è dimostrato che l’agopuntura ha effetti sulle vie del dolore presenti nel cervello. Recentemente la medicina occidentale ha sottoposto al vaglio il valore ed i limiti dall’agopuntura. Una nota pubblicata quest’anno su una delle riviste mediche più qualificate, la Mayo Clin. Proc., asserisce che l’agopuntura è efficace nella fibromialgia, nell’affaticamento e nell’ansia, anche se mancano studi controllati a supporto di questa conclusione. Un recente editoriale del The Medical Letter, dopo avere analizzato una notevole mole di rigorose pubblicazioni sull’argomento, conclude che non offre particolari benefici in nessuna specifica malattia. Tuttavia può essere ragionevolmente provata nei pazienti con dolore cronico, specialmente se lombosacrale, refrattario al trattamento convenzionale. La sua utilità, inoltre può trovare indicazione nella cefalea cronica e nel vomito da chemioterapici, insieme ai farmaci noti in Occidente.

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