L’Africa altra di Ki-Zerbo
Forse a molti dei nostri lettori il nome di Joseph Ki-Zerbo non dice nulla. Per gli africani significa la memoria storica del continente. La sua dipartita nel dicembre scorso è una perdita grande perché con lui se ne va il più grande storico africano. Sui suoi testi si sono formate intere generazioni. Intellettuale e uomo politico di fama internazionale è nato nell’Alto Volta (oggi Burkina Faso) nel 1922. Ha studiato nelle scuole dei missionari cattolici, poi a Dakar e infine a Parigi dove ha frequentato altri grandi intellettuali africani. Nel 1957 torna in Africa e si impegna attivamente in politica fondando il Movimento di liberazione nazionale (Mln) del suo Paese. Ma è come storico che il suo pensiero si esprime al meglio. La sua opera più importante è Histoire de l’Afrique noire, des origines à nos jours in otto volumi, richiestale dall’Unesco (trad. it: Joseph Ki-Zerbo, Storia dell’Africa nera, Einaudi, 1977). Ki-Zerbo, superando una certa discriminazione riduttiva e razzista in voga al tempo nella cultura europea, sostiene che l’Africa aveva raggiunto un elevato indice di sviluppo sociale, politico e culturale, prima dell’avvenuto declino determinato in buona parte dalla tratta degli schiavi e dal colonialismo. Ki-Zerbo, ci parla di un’Africa altra, con i suoi regni, re e regine, della sua arte raffinata, di una società ospitale, armoniosa, ricca di valori, una società carica di relazioni umane dove gli anziani erano i custodi della sapienza, dove la famiglia allargata e il villaggio proteggevano e crescevano ogni membro. Ma il suo sguardo non si rivolge solo al passato. Dopo il periodo dell’indipendenza, egli si fa voce di un nuovo concetto di sviluppo (lo sviluppo endogeno) che per essere efficace chiede l’unità dell’Africa tutta. Un’Africa unita fa paura a tutti. Ma noi non chiediamo più potere per dominare, ma solo per essere liberi ed indipendenti davvero. Solo un’Africa unita potrà sconfiggere la fame, creare un mercato interno, distribuire la produzione, favorire lo scambio di saperi e tecnologie. Qualcuno ha detto che il solo nome di Ki-Zerbo è per molti africani e l’Africa un modo di andare alle fonti della propria identità, di guardare al proprio passato come una risorsa per il futuro. I tanti riconoscimenti di cui è stato insignito, tra cui il premio Nobel alternativo (Right Livelihood Award), dicono il suo valore. La sua eredità costituisce per le nuove generazioni africane un punto di riferimento sicuro.