La zampata di Klose salva la Germania

Con il Ghana è 2-2: il “vecchio” bomber di razza, il laziale Miro Klose, evita alla Germania quella che sarebbe probabilmente stata una sconfitta tanto clamorosa quanto grave ai fini della corsa alla qualificazione.
Klose

Un gol pesante, da rapace d’area che fiuta la posizione giusta per tramutare in rete il pallone sporcato da una qualche deviazione: è stata ancora una volta questa la giocata di Klose, lesto a correggere al 70° di punta in gol, appena entrato, una “torre” di Howedes su calcio d’angolo. Un gol che vale il raggiungimento del record di 15 gol ai mondiali, fino a quel punto esclusivo appannaggio del fenomeno Ronaldo, ma che soprattutto riequilibra per la Germania una gara che a quel punto sembrava decisamente pendere dalla parte del Ghana, fisicamente indomabile, tatticamente sorprendente per precisione nel mantenere le distanze tra i reparti e sulle ali dell’entusiasmo di chi è sul punto di compiere l’impresa sportiva.

Dopo la portentosa dimostrazione di forza dell’esordio in cui ha regolato il Portogallo per 4-0, la Germania ripropone lo stesso 4-3-3 senza centravanti di ruolo, dove i tre trequartisti offensivi Ozil, Muller e Götze non concedono punti di riferimento; completano lo scacchiere teutonico quattro statuari difensori in linea, Boateng, Mertesacker, Hummels e Howedes, ed il terzetto in mediana costituito da Khedira, Lahm e Kroos. 

Il Ghana, reduce dall’inaspettato ko al debutto contro gli USA, risponde con un ben congegnato 4-2-3-1: difesa ben registrata dove i centrali Mensah e Boye non concedono mezza sbavatura, affiancati dall’affidabilità di Afful e dello juventino Asamoah, jolly pregevole anche in qualità di terzino sinistro, cerniera mediana affidata all’agonismo mastino da Muntari e Rabiu e fase offensiva imperniata sugli inserimenti di Boateng sulla trequarti, Ayew a sinistra e il giovane ed agilissimo Atsu a destra, alle spalle del capitano Gyan.

Non solo fratelli contro dunque, Jerome per la Germania e l’ex milanista Kevin Prince per il Ghana (nella foto), ma una serie di duelli fisici e tecnici di tutto rispetto, che danno vita ad un incontro gradevole per ritmo ed esemplare sul piano dell’abnegazione tattica da parte di entrambe le squadre. Da Asamoah ai Boateng, da Muller a Ozil, la parata di grandi interpreti del calcio mondiale offre una prima frazione senza errori sostanziali, dove si alternano una serie di conclusioni dalla distanza o dal limite, sulle quali gli estremi difensori si fanno trovare pronti.

Se a spaventare la Germania provano Atsu e Muntari con due missili terra-aria sui quali Neuer respinge, Khedira e Götze dal limite calciano in maniera sin troppo pulita per impensierire più di tanto Dauda. Africani ben messi in campo e senza timori reverenziali, Germania sorniona e stoppata dalla precisione nelle chiusure centrali della retroguardia ghanese, ove giganteggia il dinamismo di Boye e Mensah.

Al rientro dagli spogliatoi rimane fuori prima il Boateng tedesco, Jerome, poi quello ghanese, un impalpabile Kevin Prince: per non fare un torto alle famiglie dentro in compenso Jordan Ayew, che si aggrega al fratello Andrew. Sarà stato particolarmente orgoglioso il padre Abedi Ayew, in ambiziosa arte “Pelè”, pallore d’oro africano per tre volte e punta del Torino dal ’94 al ’96, e non solo per il famoso buon sangue che non mente: al 54° Andrew Ayew svetta di testa tra i giganti teutonici su cross dalla destra, pareggiando il vantaggio tedesco arrivato quattro minuti prima, quando Götze aveva corretto fortunosamente in rete, toccando prima di fronte e poi di ginocchio, un cross di Muller dalla trequarti destra, e capitalizzando così al massimo l’unica dormita della retroguardia africana.

Il pareggio intimorisce una Germania sorpresa, che al 64° capitola subendo anche il clamoroso vantaggio ghanese: Muntari recupera magistralmente sulla trequarti un pallone che verticalizza immediatamente per Gyan, freddo a insaccare trafiggendo in diagonale l’impotente Neuer. Sulle ali di un entusiasmo alle stelle e di una condizione atletica ben superiore, gli africani potrebbero addirittura chiudere l’incontro due minuti dopo: pare letteralmente volare Jordan Ayew sulla sinistra in ripartenza per 60 metri di campo, ma rientrando sul destro in area calcia solo debolmente su Neuer. Cinismo e freddezza nel calcio sono semplicemente imprescindibili, ma purtroppo per il Ghana non fanno altrettanto difetto ai tedeschi, che grazie a Klose acciuffano un preziosissimo pareggio al 70°.

Il pari sembra spegnere gli entusiasmi ghanesi, mentre la Germania potrebbe aggiudicarsi l’intero bottino se all’84° un grandissimo intervento in scivolata di Asamoah non salvasse su Muller lanciato a rete. Lo stesso Klose, in chiusura di ostilità, liberato al limite dell’area, calcia a lato: non è da lui, ma una sconfitta per questo Ghana sarebbe stata a dir poco ingiusta. “Black stars” comunque da applausi, indomite e sorprendenti per la maturità tattica, che affidano le speranze all’ultima partita contro sua maestà Cristiano Ronaldo; Germania che esce ridimensionata rispetto agli allori conseguiti dopo il roboante debutto, tuttavia prima in classifica e chiamata ad un ultimo incontro non certo proibitivo contro gli USA, posto il grande equilibrio vigente ancora nel Girone G.

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