La voce femminile nella Chiesa
Papa Francesco lo ha detto appena un paio di settimane fa, intervenendo il 22 febbraio nell’Aula Nuova del Sinodo all’incontro sulla protezione dei minori: non è tanto una questione di dare alle donne più funzioni nella Chiesa. Che è cosa buona e giusta, ci mancherebbe, ma non basta, perché non risolverebbe il problema. Ha detto altro, Francesco: «Si tratta di integrare la donna come figura della Chiesa nel nostro pensiero. E pensare anche la Chiesa con le categorie di una donna». C’era anche Marinella Perroni, una delle maggiori teologhe italiane, quel giorno col Papa: «parole promettenti», ha commentato, che potrebbero aprire «una strada non ancora percorsa seriamente». Perché c’è un problema: pensare la Chiesa con le categorie del femminile comporta, prima di tutto, capirle, queste categorie. Liberandosi di cliché e luoghi comuni.
In uscita l’11 marzo, per i tipi delle Paoline Editoriale Libri, c’è un libro che punta dritto per questa strada, e ne percorre un bel tratto: “La voce delle donne/ Pluralità e differenza nel cuore della Chiesa”. Lo ha scritto la giornalista Sabina Caligiani, intervistando non soltanto Marinella Perroni, ma altre sedici fra le più significative rappresentanti (religiose e laiche) del pensiero cattolico in Italia: Cettina Militello, Serena Noceti, Cristina Simonelli, Marcella Farina, Mary Melone, Elena Bosetti, Laura Paladino, Adriana Valerio, Angela Ales Bello, Francesca Brezzi, Yvonne Donha Schlobitten, Cecilia Costa, Cristina Mandosi, Letizia Panzetti, Beatrice Salvioni, Caterina Ruggiu.
In una ideale prosecuzione dei “ritratti” biografico-intellettuali che Beate Beckman Zöller, nel suo libro Die Frauen bewegen die Päpste, traccia di donne che, nella storia della Chiesa, hanno posto le basi per la costruzione di una “teologia al femminile”, da Ildegarda di Bingen a Brigitta von Schweden, da Caterina da Siena a Mary Ward, da Elena Guerra ad Edith Stein, e, in tempi più recenti, Chiara Lubich, Sabina Caligiani guarda all’oggi e va alla ricerca di quelle donne, religiose e laiche, che attraverso un’opera appassionata ed originale di riflessione e ricerca, sono maggiormente in Italia impegnate sui temi del “femminile” nella Chiesa di Papa Francesco, in prima fila nelle sfide del cambiamento poste dai nuovi orizzonti della modernità.
Dalle interviste live è nata una sorta di narrazione in forma dialogica, che è anche un singolare approccio ai temi più importanti dell’antropologia cristiana, affrontati con una grande varietà di strumenti e discipline, dalla teologia alla filosofia, dalla sociologia all’arte, dalle neuroscienze alla comunicazione. Ne risulta un originale work in progress, una colata lavica tutt’altro che priva di fermenti polemici, che offre anche ai non addetti ai lavori un inedito e piacevole accesso ai complessi problemi legati alla costruzione di una nuova “teologia al femminile”.
Un bel contributo per celebrare l’8 marzo. E guardare avanti.