La vocazione nasce attorno all’Eucaristia
«Da piccolo, all’età di 12 anni, il giorno della prima comunione ho sentito dentro di me il desiderio di consacrare la mia vita al Signore e diventare sacerdote. Ne ho parlato con i miei genitori chiedendo di aiutarmi a seguire questa strada. Loro sono rimasti molto contenti e papà mi ha aiutato a iniziare il percorso mandandomi a studiare al seminario minore». Così ricorda l’inizio della sua vocazione padre Olivier Ndondo Akwel-Mpem, originario della Repubblica Democratica del Congo. Religioso appartenente alla Congregazione del Santissimo Sacramento, è consacrato da ormai 20 anni e attualmente è superiore provinciale e presidente della Conferenza africana della sua congregazione in Congo.
Quest’anno festeggia la Giornata mondiale della vita consacrata in modo tutto speciale: pochi giorni fa è partito da Roma, dove ha appena terminato il dottorato, per raggiungere in fretta la sua terra di origine, in festa per la visita apostolica di papa Francesco. «C’è una forte mobilitazione attorno al viaggio del Santo Padre – ha detto. Data l’importanza di questo viaggio, l’intero Paese è in fermento e ha atteso con ansia la presenza di papa Francesco. L’ultimo viaggio di un papa in Congo risale a 38 anni fa, con Giovanni Paolo II, che è venuto nel 1980 e poi nel 1984. Per questo la Nunziatura, la Conferenza episcopale e tutte le persone di buona volontà sono state fortemente coinvolte nella preparazione di questa visita apostolica».
Padre Olivier racconta brevemente la situazione del Congo, le diseguaglianze soprattutto tra i giovani: alcuni hanno la possibilità di studiare e lavorare, altri no. La Congregazione del SS. Sacramento, di cui fa parte, si occupa anche di aiutare le persone povere e offrire loro un pasto. «A Kinshasa – spiega – c’è un Centro eucaristico che si occupa dell’accoglienza delle persone che vogliono venire a pregare ma nel quartiere abbiamo fatto anche un pozzo per aiutare la popolazione che non ha acqua; poi abbiamo le scuole in cui 1.000 bambini possono studiare nella scuola primaria e circa 150 nella scuola materna. Abbiamo anche un centro per accogliere bambini orfani».
Negli anni, padre Olivier è stato formatore nel seminario della sua congregazione, si è occupato del Centro eucaristico padre Giuliano Eymard ed ha svolto un servizio con i giovani dedicandosi alla pastorale vocazionale. Tutto – la vocazione, l’impegno pastorale, la carità – nasce attorno all’Eucaristia. «Per me l’Eucaristia è il centro della vita cristiana – dice il religioso –. Da bambino ho avuto un desiderio molto forte per l’Eucaristia. Noi come Congregazione trascorriamo molto tempo in preghiera davanti all’Eucaristia e da lì tiriamo fuori l’energia, il coraggio e l’amore per occuparci degli altri. Rimanere davanti al Signore nella preghiera dell’adorazione, prendersi cura della liturgia e farlo correttamente è sempre stato il mio desiderio».
Attualmente padre Olivier è anche segretario generale della Fondazione papa Francesco per l’Africa, con sede a Kinshasa. La Fondazione ha lo scopo di promuovere il magistero del papa, con un’attenzione particolare alle donne e alle persone povere. C’è l’accoglienza delle ragazze madri che vengono aiutate a prendersi cura della casa e dei figli, a imparare un lavoro e diventare autonome.
«Per noi la visita di papa Francesco è motivo di gioia ed è un segno molto importante perché è in Congo per incontrare tanti poveri che soffrono ma anche ha un messaggio di pace, di riconciliazione perché il nostro Paese sta vivendo un momento molto difficile a causa della guerra – commenta p. Olivier –. Inoltre, tutti vengono in Congo per sfruttare la terra. Anche per noi consacrati è una visita di incoraggiamento: papa Francesco è in Congo anche per aiutarci a non perdere la speranza e la fede».
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