La vittoria degli operai

L'Alcoa, multinazionale dell'alluminio non chiuderà gli impianti in Sardegna e Veneto. Un risultato frutto della sinergia tra azienda, lavoratori, sindacati
Alcoa Sardegna

Un risultato storico frutto di sette mesi di lotta. Così operai e sindacati sardi commentano la positiva conclusione della vicenda Alcoa, dopo la firma qualche giorno fa, dell’accordo tra sindacati metalmeccanici e l’azienda, relativo al piano industriale che permetterà alla multinazionale americana dell’alluminio di mantenere aperti gli impianti di Fusina in Veneto e Portovesme nel Sulcis.

 

L’intesa prevede per il sito di Portovesme il riavvio, entro il prossimo anno, di tutte le celle elettrolitiche, quelle nelle quali l’ossido di alluminio diventa alluminio vero e proprio, ed investimenti in tre anni per oltre 60 milioni di euro necessari al rilancio dello stabilimento.

 

Una notizia accolta con gioia dagli operai che, in una affollata assemblea, hanno però chiesto di iniziare a lavorare per evitare di arrivare alla scadenza dei tre anni senza una soluzione definitiva. Il piano di Alcoa segna un cambio di rotta dell’azienda che aveva annunciato l’intenzione di voler lasciare l’Italia, un consolidamento dei due stabilimenti, senza esuberi e garantendo assetti occupazionali.

 

C’è poi attesa per il parere che la Commissione Europea deve dare sul decreto approvato dal Governo Berlusconi che concede sgravi sulle tariffe energetiche per le industrie di Sicilia e Sardegna, battezzato decreto salva Alcoa, senza che questo sia considerato un aiuto di Stato. Per ora da Bruxelles notizie ufficiose parlano di un parere positivo anche se manca il crisma dell’ufficialità (dovrebbe arrivare il 26 maggio), Esecutivo e sindacati sembrano fiduciosi sulla positiva conclusione dell’iter europeo.Alessandro Profili, responsabile delle relazioni istituzionali per l’Europa della multinazionale, parla di un contratto dell’energia per i prossimi tre anni non ancora formalizzato, per il quale c’è attesa, perché indispensabile per concludere nel modo migliore la vicenda.

 

Nel Sulcis si respira una relativa calma, con gli operai desiderosi di riprendere a lavorare a pieno regime, così come anche famiglie ed attività commerciali dei centri del Sulcis che negli ultimi mesi avevano registrato crisi e timori sul futuro.

“Grande soddisfazione per un risultato che lavoratori, istituzioni e sindacati hanno perseguito in modo unitario anche quando tutto sembrava perduto”, ha detto il presidente della Regione, Ugo Cappellacci. “Il primo pensiero va alle famiglie degli operai del Sulcis, che tanto hanno atteso questo momento, senza mai perdere la speranza”.

Un gioco di squadra tra Regione, operai, sindacati che, con la decisiva mediazione del governo, ha scongiurato la chiusura di una delle ultime grandi realtà produttiva rimaste nel Sulcis e la cui sparizione avrebbe determinato un deserto occupazione di difficile gestione sotto il profilo sociale.

 

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