La vita riprende
La nostra giovanissima collaboratrice di Bishkek ci ha inviato una seconda corrispondenza dal Paese dell'Asia centrale sconvolto negli ultimi giorni da una forte contestazione al vecchio regime, e che ha portato l'opposizione al potere.
La precarietà della situazione è confermata dalle agenzie internazionali, che tuttavi indicano come la reggenza attuale stia tessendo rapporti internazionali con Russia, Stati Uniti e Cina.
La situazione in Kirghizistan si va insomma stabilizzando. Dopo la violenta e rapida rivolta guidata dai leader dell’opposizione e da tanta, tantissima gente, la città di Bishkek sta riprendendo la sua vita normale. I trasporti, l’elettricità e il telefono ricominciano a funzionare, seppur a singhiozzo. Naturalmente questi disagi hanno colpito non poca gente, soprattutto i più deboli. E non hanno ancora ripreso le loro attività le banche e numerosi altri uffici, pubblici e privati. Le università non sembra che riapriranno prima di lunedì.
Ma rimane nel nostro cuore il fatto che almeno 78 persone, in particolare giovani innocenti che venivano dalla campagna per guadagnare un po’ di soldi e contribuire così al mantenimento della propria famiglia. Oggi, 10 aprile, dieci morti sono stati seppelliti alla “ Ata Beyit”, il memoriale dove il grande scrittore chirghiso Chyngyz Aitmatov è stato egualmente inumato, mentre Roza Otunbaeva, l’attuale facente funzione di presidente della nazione ha reso visita ai feriti negli ospedali della città. Sono riapparsi alcuni dei principali attori della politica chirghisa che erano scomparsi dopo gli incidenti. Ma il dialogo con il quadrunvirato non è facile.
La Otunbaeva sta cercando di rispondere alle domande dei tanti che l’hanno appoggiata nella conquista del potere: come primo atto ha promesso di abbassare I prezzi delle tariffe elettriche, del gas e dei servizi pubblici.