La vita profetica di Dietrich Bonhoeffer

Una Chiesa comunitaria nel mondo non-religioso di oggi. La resistenza e le lettere dal carcere. Bonhoeffer è uno dei grandi testimoni cristiani. Di più: uno dei grandi teologi cristiani del secolo scorso
Bonhoeffer

Roma. Settimana santa 1924. Un giovane studente di teologia protestante visita l’Italia sulle orme di Goethe. Dietrich Bonhoeffer è nato a Breslau nel 1906, uno di otto tra fratelli e sorelle. Il clima nella sua famiglia è molto critico nei confronti della Chiesa protestante, talmente legata allo Stato da non riuscire a rinnovarsi. Grande è la sorpresa, quindi, quando il giovane annuncia che diventerà pastore. Dopo la maturità studia a Tübingen e a 18 anni arriva a Roma.

 

Durante la settimana santa, Bonhoeffer partecipa ai vespri nella chiesa di Santa Trinità dei Monti. Scrive: «Oggi ho scoperto la Chiesa». È un’esperienza mistica: dalle pagine del diario si intuisce un giovane stupito, coinvolto in qualcosa che non sa esprimere. Avverte che non è tanto la Chiesa romano-cattolica ad avvolgerlo, quanto che attraverso di essa sta vivendo l’esperienza profonda della presenza di Cristo fra gli uomini.

 

Questa esperienza romana non la dimenticherà più: la teologia che sviluppa negli anni successivi è un esteso tentativo di trovare parole, teologiche, per descrivere quello che ha vissuto. La tesi di licenza, scritta ad appena 21 anni, è sulla Chiesa: per Bonhoeffer è la comunità che fa presente Cristo Risorto. Una tale teologia, nata da un’esperienza mistico-ecclesiale, è molto rara in campo protestante.

 

Nel 1933 Hitler prende il potere e Bonhoeffer perde l’incarico all’università. Diviene allora pastore della comunità luterana a Londra, in un esilio durante il quale conosce alcune comunità monastiche anglicane che lo impressionano. Nel frattempo la Chiesa luterana tedesca si spacca: una parte si adegua ai voleri di Hitler, l’altra forma la “Chiesa confessante”. I responsabili di quest’ultima invitano Bonhoeffer a tornare in Germania per dirigere il seminario semi-clandestino di Finkenwalde. Un’esperienza breve – solo qualche anno –, ma indimenticabile. Dopo la chiusura forzata del seminario, Bonhoeffer scrive due libri che sono classici di vita spirituale: Sequela, raccolta di meditazioni bibliche, e Vita comune, dove racconta l’esperienza comunitaria di quegli anni.

 

Nel 1939, con l’avvicinarsi della Seconda guerra mondiale, gli amici suggeriscono a Bonhoeffer di emigrare negli Stati Uniti. Parte con la nave, arriva in America e… torna. Appena giunto a New York, infatti, sente una grande inquietudine: leggendo la Scrittura si fa chiaro in lui che non potrà collaborare, dopo la guerra, a una nuova Germania, senza aver prima condiviso il destino del popolo tedesco. Torna quindi in patria ed entra nella resistenza, con una decisione che mette la sua vita alla sequela del Crocifisso.

 

Nel 1944 viene arrestato. Durante la prigionia osa nuovi pensieri: attraverso lettere straordinarie a un amico sviluppa una teologia nuova che parte dal Crocifisso, come risposta ai tempi che cambiano. Non esiste più una società religiosa, l’oggi è “non-religioso”, per cui è inutile cercare di tornare ai tempi passati, bisogna invece esplorare il cristianesimo in un mondo post-religioso. Sono pensieri mozzafiato. «Non potete vegliare un’ora con me?», chiede Gesù nel Getsemani: è il rovesciamento di ciò che l’uomo religioso si aspetta da Dio. L’uomo è chiamato a condividere la sofferenza di Dio in rapporto a un mondo senza Dio.

 

È profetico: oggi ci vediamo immersi proprio in questo cambiamento. Fino all’ultimo pensa alla riforma della Chiesa. Nell’autunno 1944 abbozza un ultimo libro. Parte da Cristo crocifisso, che vive totalmente fuori di sé per gli uomini, dunque anche la Chiesa deve essere così.

 

Nel maggio 1945, giusto 70 anni fa, alcuni giorni prima della fine della guerra viene giustiziato in un campo di concentramento in Baviera. Bonhoeffer è uno dei grandi testimoni cristiani. Di più: uno dei grandi teologi cristiani del secolo scorso.

 

(l’articolo completo su Dietrich Bonhoeffer uscirà nel numero 8 della rivista Città Nuova)

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