La vita è un miracolo

Frutto di una lunga lavorazione, l’ultima fatica di Emir Kusturica racconta in uno stile surreale la storia di un ingegnere serbo, abitante in un piccolo paese sulle colline, durante la guerra dei Balcani. Il film può essere considerato una commedia divertente, facilmente fruibile, nonostante la lunghezza, e lontana dalla superficialità. È l’opera di un regista geniale, che vuol parlare di quello scontro sanguinoso in maniera originale e senza violenza. Kusturica, con una espressività stravagante e grottesca, ricca di ridondanze barocche, interseca elementi drammatici ad altri giocosi, anche sfrenati, e punta a dar risalto all’intima spinta vitale di quanti rimasero coinvolti nei combattimenti, loro malgrado. Dà spazio a numerose riflessioni improntate al buon senso o chiarificatrici del suo modo di vedere le cose e di concepire la vita. L’ingegnere ri- corda al figlio che le cose importanti sono i sentimenti e le emozioni, ma questo arriva a capire che essi vengono percepiti come quintessenza della velocità. Il ritmo, già sostenuto all’inizio, diventa più serrato e pieno di contrasti nel ballo della sera precedente allo scoppio della guerra, descrivendo il turbamento e l’impreparazione di molti che incominciano a scontrarsi con le prime azioni belliche. Nella seconda parte, ambientata nelle retrovie della guerra, l’autore dà la prova migliore di sé, perché sfuma la drammaticità, pur presente, lasciando il posto ad una sorta di fuga nel sogno del protagonista, preso in una vicenda d’amore improbabile, delicata e poetica, con una ragazza bosniaca, che si conclude in un finale, forse, solo immaginato. Il film, che vuol unire la visione estrema alla Shakespeare, presentando una sorta di modernizzazione di Romeo e Giulietta, con quella ottimistica alla Frank Capra, cui allude il titolo, propone, al di là della dimensione fantastica, alcuni valori positivi: fa apprezzare la speranza, diffonde un messaggio di tolleranza religiosa, dichiara l’impossibilità di vedere la guerra nell’ottica ingenua di ideali scontati, come fa capire il figlio, verso la fine, all’intervistatrice televisiva. Regia di Emir Kusturica; con Slavko Stimac, Vesna Trivalic, Natasa Solak.

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