La vita dopo lo strazio della violenza

La speranza è racchiusa nel coraggio di una denuncia e nella scelta di stare dalla parte delle donne più deboli. Parlano le suore Francescane dei poveri (dal sito www.sfpitalia.it
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Nel 2005 una nostra suora subisce ripetuti atti di violenza sessuale da parte di un frate, Fedele Bisceglia, presso l’Oasi francescana di Cosenza. La scelta di denunciare alle competenti autorità giudiziarie è stata frutto di tanta preghiera e riflessione, ed è scaturita dalla convinzione che senza questo atto di coraggio le altre donne, ospiti della stessa struttura, avrebbero continuato a subire la stessa violenza.

 

Nel luglio 2011 il Tribunale di Cosenza riconosce colpevole l’ex frate cappuccino Fedele Bisceglia, nel frattempo sospeso a divinis. Viene condannato a nove anni e tre mesi di reclusione, più degli otto anni chiesti dai pubblici ministeri. Sei anni e tre mesi, per lo stesso reato, vengono inflitti ad Antonio Gaudio, segretario dell’ex religioso.

 

Per tutte noi, Francescane dei Poveri, questa sentenza è arrivata come un respiro di sollievo, dopo anni durissimi e molto sofferti. Sostenute dalla fede e dalla fedeltà al nostro carisma, abbiamo condiviso l’urlo della nostra consorella e anche il suo coraggio di voler denunciare, per amore della verita’ a sostegno di tante altre donne vittime di questa straziante vicenda.

 

Le ferite e gli abusi vissuti dalla nostra suora sono stati spazi dolorosi penetrati nella memoria e nell’anima di tutte noi Francescane dei Poveri. Accompagnarla nel suo duro e doloroso percorso di guarigione ci ha portato a condividere con lei affetto, preghiera, sostegno, protezione, incoraggiamento, soprattutto quando l’orrore dei ricordi arrivava come una valanga devastante, trascinando con sè il senso di una vita gettata nel fango.

 

Ma la speranza e l’audacia della verità ci hanno portate a credere che la vita può rinascere dopo l’inferno della violenza e la sentenza del tribunale di Cosenza è come un soffio di vita nuova.

Lungo questi anni, nel difficile percorso di guarigione, abbiamo dato fiducia a quanti hanno lavorato per la giustizia: le forze dell’ordine, i giudici, i consulenti, le nostre avvocate. Siamo state sostenute da tanti amici e amiche che hanno creduto in noi, e in modo particolare dal Centro Anti-violenza di Cosenza R. Lanzino, che con competenza e passione ci ha aiutate a sostenere il peso e le conseguenze del processo giudiziario.

 

Si apre ora una nuova pagina di speranza per la tutela delle donne e delle religiose che subiscono violenza nelle nostre società e nei nostri ambiti ecclesiastici. Nuovi percorsi di guarigione chiedono di essere esplorati per aver cura delle ferite e dei mali antichi e sempre nuovi che dilaniano la nostra Chiesa. L’esperienza quotidiana ci sta insegnando che di fronte a membri disturbati e malati delle nostre comunità, non possiamo essere preoccupati di coprire lo scandalo. Diventa urgente preoccuparci di aiutare la persona e di proteggere le possibili vittime.

 

È il tempo di trovare soluzioni alternative rispetto ai percorsi finora conosciuti: continuare a spostare “i casi problematici”, nella speranza che un diverso incarico possa giovare, di fatto non risolve nulla. È auspicabile che si rafforzino o vengano creati (laddove non ci fossero) Centri diocesani specializzati, con la presenza di laici ed ecclesiastici competenti in varie discipline, per esaminare con trasparenza i casi particolari e prospettare soluzioni alle relative autorità religiose.

Questo certamente puo’ aiutare ad intervenire con più prontezza, a diminuire i casi di violenza ed abusi sessuali, considerando che in presenza di reato diventa congruente ricorrere alla giustizia civile.

 

Come Suore Francescane dei Poveri sicuramente continueremo a vivere il nostro carisma di guarigione, che ci chiama a vivere dalla parte dei poveri e degli esclusi, per la tutela della vita e della libertà. Ascoltando le urla dei deboli e delle persone più vulnerabili, siamo consapevoli di essere chiamate ad attraversare anche battaglie dure e difficili, ma il Vangelo in cui crediamo ci dà forza e incoraggiamento.

 

A Dio affidiamo la nostra vita e la nostra vocazione: «Gettiamo le nostre preoccupazioni sul Signore. Più ci sentiamo deboli e incapaci, più fiducia e speranza dobbiamo avere in Lui. Il Signore viene in nostro aiuto, ci sostiene in modo speciale. Lo Spirito Santo e la croce ci daranno una nuova vita e una forza nuova».(Madre Francesca Schervier – nostra fondatrice)

 

Ora desideriamo invitare tutti voi ad unire alla nostra la vostra voce… È possibile farlo accedendo alla pagina "Dare voce al grido dei più deboli" sul sito www.sfpitalia.it

 
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