La vita consacrata nel Sud Arabia, una realtà viva e vitale

Diverse vocazioni, monaci, sacerdoti, suore, missionarie, impegnati in varie attività pastorali, soprattutto nelle scuole, nelle parrocchie, dove si occupano maggiormente del catechismo. E molti così si avvicinano grazie a questi servizi che loro svolgono

Aprirsi alla novità di vita con cuore sempre giovane, testimoniare al mondo l’amore di Dio, è l’impegno di ogni consacrata e consacrato che risponde alla chiamata ad essere luce, sale e lievito nel mondo. In alcuni luoghi la vita consacrata ha una consistente presenza numerica, è più visibile; in altri, come nel caso delle consacrate e dei consacrati dell’Arabia meridionale, è un “piccolo gregge” a cui il Signore fa un particolare dono di amore e dedizione al prossimo.

Nel Vicariato del Sud Arabia, che comprende gli Emirati Arabi Uniti, l’Oman e lo Yemen, infatti, nonostante l’esiguità numerica, la vita consacrata è attiva e dinamica, a servizio di tutti e tutte in molti ambiti, dall’animazione all’interno delle parrocchie, al servizio di carità.

La vita consacrata maschile è impegnata nell’attività pastorale nelle diverse parrocchie sia in Oman, dove ci sono 4 parrocchie, sia negli Emirati Arabi Uniti, dove ce ne sono 9. In Yemen, c’è un sacerdote Fidei Donum al nord. Tra Frati Cappuccini, religiosi Salesiani, Frati Minori e membri della Società Missionaria delle Filippine, c’è anche un monaco antoniano maronita che si occupa dei fedeli di lingua maronita, insieme ad alcuni Frati Cappuccini del Libano.

Anche la vita consacrata femminile è un ricco mosaico di diverse vocazioni: ci sono le Suore di Madre Teresa di Calcutta, Missionarie della Carità, che si dedicano alle persone bisognose, i membri degli Istituti Secolari e le Memores Domini, che svolgono attività secolari portando la loro testimonianza negli ambienti in cui lavorano, impegnate anche nel sostegno della vita parrocchiale.

L’attività di pastorale vocazionale è molto curata anche attraverso un Vocational team, la cui responsabile è una suora comboniana, nel quale rappresentanti di tutte le parrocchie collaborano promuovendo progetti che aiutino a sostenere sempre di più la dimensione vocazionale di tutta la pastorale del Vicariato. Attualmente c’è un numero significativo di nuove vocazioni: ogni anno ci sono giovani che si sentono chiamati alla vita consacrata in Istituti religiosi maschili, femminili e ci sono anche vocazioni al sacerdozio.

L’elemento più importante, che spinge le persone ad avvicinarsi alla vita consacrata, è la testimonianza personale dei consacrati e la loro dedizione agli altri, soprattutto nelle scuole, nelle parrocchie, dove si occupano in particolare del catechismo. Questo impegno è importantissimo e vitale soprattutto per i tantissimi bambini che accompagnano.

C’è chi si avvicina a loro attraverso il servizio che svolgono, come Anna Maria Joy, originaria dell’India ma cresciuta negli Emirati Arabi Uniti, che ha studiato in una scuola gestita dalle suore Carmelitane. «Le suore Carmelitane hanno avuto un ruolo significativo nel coltivare la mia vocazione e il loro servizio alla Chiesa e alla scuola mi ha aiutato a vedere la bellezza di una vita dedicata a Dio», racconta.

Ha 17 anni, a scuola frequenta il grado XII e sta cercando di discernere la sua vocazione. «Cresciuta in una famiglia cattolica, sono sempre stata profondamente attratta dall’amore incondizionato di Dio. Fin da piccola ho sentito un forte desiderio di vivere una vita consacrata». La testimonianza di vita di sant’Alfonso e l’esempio di altri santi, come santa Faustina Kowalska, che hanno consacrato la loro vita a Dio, hanno influenzato profondamente il suo cammino spirituale, confermandola nella fede. «Mentre continuo a cercare la volontà di Dio − spiega Anna Maria Joy −, prego che Gesù mi conceda la grazia di prendere la decisione giusta per quanto riguarda la mia vocazione».

Le piccole comunità religiose presenti sul territorio, offrono sostegno e cura, vicinanza materiale e spirituale a chi ne ha bisogno. Così le Missionarie Comboniane, le Francescane Missionarie di Cristo Re,  le suore di Saint-Joseph de Chambéry; le religiose di Saint-Paul de Chartres, che compongono due comunità a Dubai e a Ras al-Khaimah, le Rosary Sisters − che sono una congregazione araba e provengono essenzialmente dalla Giordania − e 9 suore caldee.

Ci sono anche le suore Carmelitane di Santa Teresa, congregazione nella quale ha trovato la sua vocazione suor Sophia Mary del Santissimo Sacramento. «La mia vocazione è stata il sussurro di un Amico e Maestro», rivela. Anche lei da piccola, guardando in televisione la canonizzazione di sant’Alfonso, è rimasta affascinata dall’ideale di un cammino di santità. Tuttavia, ricorda, «nei 5 anni successivi la mia idea di Dio e il mio rapporto con Lui cambiarono notevolmente: ho iniziato a mettere in dubbio la sua esistenza e il suo ruolo nella mia vita e ho rivolto la mia attenzione a preoccupazioni più materiali, come soddisfare il bisogno di una buona vita sociale, piena di amici e di accettazione. Durante questo periodo, posso dire con certezza che la Chiesa ha mantenuto viva la mia fede». Facendo parte del coro della chiesa e del gruppo di catechismo, si è sentita accompagnata in una crescita personale che l’ha portata nuovamente ad avvicinarsi al Signore. «In chiesa avevamo delle ore settimanali di adorazione il lunedì e ricordo che le aspettavo con ansia, perché in quelle ore avevo conosciuto una Presenza che mi ascoltava, mi accettava così come ero ed era disposta a dedicarmi a Dio. Lui mi rendeva felice».

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