La vita accanto
Mariapia Veladiano - Einaudi
Una bella sorpresa, regalataci da una teologa e filosofa collaboratrice della rivista cattolica Il Regno, e pubblicata dalla laicissima Einaudi.
Un racconto sulla bruttezza, in un’epoca che ha fatto della bellezza (pardon, dell’esteriorità!) uno dei suoi principali criteri di giudizio, assieme al denaro. È la storia di Rebecca, nata brutta da due genitori di successo, portatori di tare dovute a matrimoni tra consanguinei e inconfessabili malattie. Nella cattolica e bigotta Vicenza, “sono costretti” a segregare la piccola, la quale prende coscienza, progressivamente, di una bruttezza esteriore che genera vergogna, paura, esclusione.
Il racconto è accompagnato da personaggi cinici o santi, tratteggiati con sobrietà e precisione.
I sentimenti tracciano il vero nerbo del racconto, esacerbati o vituperati, ingabbiati o svelati. Mai banalizzati. E, sullo sfondo, la presenza delle domande vere della vita e della morte, come la felicissima (e teologicissima) espressione: «Dio? dice lei con dolore e ironia nella voce. Se esistesse andrebbe licenziato per giusta causa, incapacità, assenteismo e poi giustiziato per crudeltà, bruciato per eresia contro le verità che lui stesso ha proclamato. Già fatto, dico io. Già frustato, crocifisso, ucciso e sepolto».
Un libro che consiglio caldamente alle adolescenti di Facebook e ai potenti, malati di effimero, a chi svolazza sull’esistenza e a chi vitupera la bellezza, quella vera. Perché la bruttezza salverà il mondo.