La via Appia, patrimonio dell’Unesco

Una strada collega culture e religioni e conduce verso altri porti da cui salpare verso rotte mediterranee ed esistenziali. Una in particolare resiste ai cambiamenti dei secoli e, grazie ad essa, “tutte le strade portano a Roma” per antonomasia.
Erba alta e gente che si allena nel Parco Regionale dell'Appia Antica a Roma, 5 maggio 2020. Foto: ANSA/CLAUDIO PERI

La via Appia si appresta a ricevere il riconoscimento di patrimonio dell’Unesco. È il sessantesimo sito che verrà aggiudicato all’Italia; si è in attesa dell’ufficialità che verrà data a Nuova Delhi dove si riunirà il Comitato del patrimonio mondiale.

L’antica strada romana tocca 13 città da Roma a Brindisi, nei secoli, percorsa dai pellegrini che dalla Capitale si imbarcavano per la Terra Santa.

Proprio nella città pugliese è previsto l’incontro di gestione delle attività da proporre per la candidatura. Alla presenza del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e del primo cittadino di Benevento, Clemente Mastella. Insieme a loro Giuseppe Marchionna, sindaco di Brindisi, e Toni Matarrelli, presidente dell’Amministrazione Provinciale, Francesco Bandarin, già direttore del Centro del Patrimonio Mondiale Unesco, e Angela Maria Ferroni, responsabile tecnico-scientifico della candidatura Unesco avvieranno i tavoli tematici. Il mondo delle istituzioni e dell’università, a livello nazionale e regionale dialogheranno sugli aspetti storici, architettonici, paesaggistici, archeologici che danno alla Regina Viarum un valore simbolico unico.

L’Appia antica simboleggia il crogiolo di culture, di commercio, di incroci delle civiltà del Mediterraneo e coinvolge oltre 70 Comuni italiani; percorre 4 regioni e 14 parchi archeologici per una lunghezza di oltre 700 km.

Nella tendenza del turismo lento e dei cammini alla scoperta di borghi e paesaggi suggestivi il riconoscimento dell’Appia antica è una conferma dell’inestimabile patrimonio dell’Italia e sarà occasione per i numerosi comuni che hanno lavorato in sinergia, di valorizzare il territorio e saldare un senso di appartenenza che spesso si sottovaluta. Ancora una volta la storia e la tradizione possono rivelarsi vere e proprie risorse da far emergere per il bene della comunità.

Grazie a questo riconoscimento la Puglia può vantare il quinto sito Unesco, e l’Appia antica certamente collega alcuni di essi a livello storico e religioso. Da Roma, i pellegrini raggiungevano il Santuario di Monte Sant’Angelo sul Gargano per proseguire il loro cammino verso Brindisi per raggiungere l’altra grande meta religiosa: la Terra Santa.

In un mondo ancora in preda alle divisioni e ai conflitti, occorre tornare a tracciare strade, anche antiche, per imparare a mettere nuovi passi di dialogo e di pace.

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