La vestaglia
Come dare una svolta ad una domenica "distratta" grazie ad un orlo da ricucire...
La mia giornata sta volgendo al termine e si sta “concludendo in bellezza”, in un modo inaspettato: non immaginavo di potermi emozionare…
Ho cercato di dormire più a lungo stamattina, visto che oggi è domenica. Niente sveglia forzata, dunque; ma al primo aprir degli occhi ecco già balenare mille progetti… Mi alzo cercando di non essere troppo rumorosa, al contrario del mio solito modo di fare, per lasciare dormire ancora un po’ il resto della famiglia. Penso che dovremo anticipare il pranzo, perché Luciano (mio marito) si è preso un “lieto” impegno pomeridiano (partita Udinese-Milan) e deve uscire presto di casa. Mi metto a preparare una teglia di pasticcio, che può essere infornato al momento desiderato.
Si fanno le dieci in un batter d’occhio ed è ora di prepararsi per la messa, mentre cominciano a fare capolino le prime altre teste della famiglia. Dopo messa arriva anche la nonna, che pranzerà con noi. Nel pomeriggio – le ho promesso – andremo a fare un giretto. Alle cinque e mezza, poi, accompagnerò mia figlia Marta alle prove per il concerto di questa sera del coro e orchestra del Liceo Classico Stellini, di cui fa parte. Comincio ad innervosirmi: “alla faccia” della domenica… c’è sempre così tanto da sgobbare…
Rifletto: in questo mese in cui la Parola di Vita ci invita a “pregare incessantemente”, mi accorgo che invece mi è difficile dedicare tempo e calma a questo importante momento. Ed è anche difficile offrire le mie azioni con un “per Te”. In questo periodo vivo una situazione faticosa sul lavoro e questo mi fa essere perennemente sotto pressione e piuttosto distratta quando non sono in studio, perché magari la testa corre ancora là… Il “Passaparola” mi piglia per i capelli spesso e volentieri, aiutandomi a rituffarmi nell’attimo presente; tuttavia, sento che non basta. Ed anche oggi, sono distratta nel mio modo di fare: corro, corro, ma con poca attenzione a dedicare amore in quello che faccio e, di conseguenza, mi sento insoddisfatta.
Squilla il telefono: una richiesta improvvisa, da parte di un’amica. La mamma di suor A. è ricoverata all’ospedale. La sua vestaglia è “diventata” lunga, in quanto le sue dimensioni, da brava nonnina, si sono notevolmente ridotte. Bisognerebbe cucire un nuovo orlo, per evitare che si inciampi. Che dire: mi si offre l’occasione di fare – coscientemente – il primo vero atto d’amore della giornata, visto che finora, correndo correndo, ho solo… perso tempo.
Mentre la mia mamma riposa esco di casa in silenzio. Mi reco all’ospedale. Il momento con Suor A. è breve ma intenso, come sempre: ci scambiamo poche parole, ma ricche di intesa. Lei ringrazia tantissimo per il servizio che possiamo fare e dice che chiederà all’Eterno Padre di poter ricambiare.
Torno a casa in tempo per accompagnare la mamma, che nel frattempo ha riposato, a fare il giretto promesso. Sento il cuore leggero. Andiamo a berci un tè, salutiamo alcuni amici. Rientriamo a casa e c’è giusto il tempo di cucire l’orlo. Mezz’oretta ed il lavoro è fatto. Arriva S., che si occuperà di riportare la vestaglia in ospedale. Accompagno Marta alle prove e la mamma a casa.
Ancora un impegno: in quest’oretta, prima di sera, devo completare la stesura di un testo al computer. La testa comincia ad essere affaticata, ma riesco a dire il mio “per Te” e tutto riesce bene.
Eccomi finalmente al concerto. Il programma è gradevole, la serata scorre via, offrendomi note d’emozione che non avrei pensato di provare: sarà perché sono riuscita a dare una sterzata alla mia giornata, grazie a … quella vestaglia?