La tromba di Alison

All'Istituzione Universitaria dei concerti, festeggiati i sessant'anni de I Musici, con la partecipazione di Alison Balsom
Alison Balsom

I Musici, complesso all’avanguardia nella riscoperta di Vivaldi, compiono 60 anni. Hanno festeggiato offrendo ai romani un concerto con musiche del “Prete rosso” (chissà chi se lo ricorda che Vivaldi era un prete, “rosso” per il colore dei capelli…), ma anche di Albinoni, Haendel e Telemann, ovvero i grandi contemporanei dell’epoca barocca. L’originalità della serata era la presenza di una concertista di fama, ed anche molto bella, il che non stona (a differenza del passato, oggi le donne della classica e della lirica sono attente all’estetica…).

 

Alison Balsom, inglese, si è presentata con un abito lungo rosso fiamma, come fosse una star del cinema. Poi, ha preso la sua tromba ed è cominciato uno spettacolo meraviglioso: Vivaldi, Haendel e Albinoni, nei loro concerti per tromba, archi e cembalo, sono ripiombati fra noi con il loro mondo. Una scatenata voglia di felicità, attimi assai brevi di malinconia, ma sempre dolce, e ritmi scattanti. Facevano ricordare certi dipinti del Tiepolo, colmi di gioia di vivere.

 

Alison conosce tutti i segreti della tromba. La padroneggia come un violinista il suo strumento. Il paragone non è casuale. La bella inglese infatti ha inciso addirittura i Capricci di Paganini per violino solo, un mostro di difficoltà, per tromba. E c’è riuscita benissimo.

 

Assecondata dai Musici, che sanno suonare insieme – senza direttore – con grande affiatamento e belle sonorità pulite, Alison ha fatto scoprire nella tromba non il solito strumento chiassoso e poco fine, usato spesso come riempitivo in orchestra, ma una voce squillante e tenera, capace di voli acrobatici e di ritmi lenti e sognanti: suono pastoso, ma anche brillante. Forse, ci voleva la fantasia al femminile per scoprire – o meglio, riscoprire – la bellezza di uno strumento che canta e suona come una voce umana ed anche di più. Il cielo stellato di certi acuti vivaldiani era più che mai in mezzo a noi.

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