La testimonianza di un dialogo possibile sul referendum
In questo ultimo mese, in particolare, stiamo vivendo il disagio di assistere, impotenti, a risse (televisive, sui quotidiani, sul web…) sempre più accese, sul referendum costituzionale. Gli scontri tra politici sembrano tesi più ad affermare se stessi, che non ad illustrare le motivazioni del referendum, sul quali noi cittadini siamo stati chiamati ad esprimerci.
Il referendum sta spaccando l’Italia: tanti sono gli incerti, percentuali altalenanti di cittadini voteranno SI/NO: hanno ragione entrambi? Hanno torto entrambi?
Parlandone tra di noi (Gianvincenzo, già sindaco per due legislature ed Angelo, impegnato per una Cittadinanza attiva) ci siamo accorti che gli approfondimenti che ciascuno stava facendo per conto proprio, ci avevano portati a due conclusioni opposte.
Ci siamo meravigliati noi per primi. Anche amici e familiari si sono chiesti il perché due amici che si stimano da più di 30 anni, fossero giunti a “dividersi” sulle motivazioni referendarie.
È nata, allora, l’idea di illustrare, come servizio, le nostre riflessioni agli amici del Movimento dei Focolari e, data la nostra disponibilità, a parlarne con inviti estesi a tutta la cittadinanza. Questa disponibilità ha suscitato anche qualche perplessità in altri amici comuni che ne intravedevano la difficoltà e la pericolosità. Forse perché come cittadini siamo tutti reciprocamente diffidenti? Il confronto con l’amico rischia di dividerci?
Noi, guardandoci in faccia, abbiamo voluto cogliere questa opportunità per accrescere la stima reciproca e testimoniare che è possibile avere idee diverse e contemporaneamente continuare a volersi bene rispettandosi.
Abbiamo, così, accolto l’invito di due realtà cittadine del Movimento dei Focolari presenti a Corato e a Bari che ci hanno preso in parola chiedendoci di esporci. Da un lato la proposta ci ha sorpreso ma ci ha “costretti” ad approfondire ancora di più il tema e confermato la necessità da parte delle persone di partecipare ad un dialogo approfondito ma sereno.
Nelle due serate, il numeroso pubblico ha mostrato le stesse divisioni nazionali: posizioni contrastanti, decise; con qualcuno pronto a “difenderle a tutti i costi”. Ci siamo “guardati negli occhi”. Davanti a tutti ci siamo chiesti: è possibile il dialogo tra idee, esigenze, priorità e proposte risolutive diverse in un contesto simile?
È possibile esportarlo in Parlamento? Noi abbiamo voluto testimoniare che questa possibilità è concreta: basta volerlo.
Abbiamo così condiviso con loro le nostre riflessioni e conclusioni. Sono state occasioni stupende di colloquio sincero, pacato, senza interruzioni reciproche. Ci siamo così trovati anche a sottolineare, ciascuno, il positivo che c’è nella proposta dell’altro. E forse si tratta, nelle parti in disaccordo, di due proposte tese a raggiungere uno stesso scopo: il bene per il futuro dell’Italia.
La maggior parte del tempo a nostra disposizione, è stato dedicato a rispondere alle domande dei presenti volte a “capire meglio”, a “superare la confusione” e “il disagio”, ad aiutare a fare chiarezza sui singoli articoli. A rispondere anche a domande anche più profonde: “Secondo voi, con la riforma, gli spazi della democrazia sono aumentati o diminuiti”?
Ci sembra di poter dire che i riscontri all’iniziativa proposta nelle due città siano stati positivi e incoraggianti come chi hanno confermato alcuni tra i conoscenti più decisi nel confronto: «Il dialogo tra opposti è emerso nella sua bellezza, con riscontri positivi sulla chiarezza ed umiltà espositiva». Più di qualcuno la sottolineato una “modalità di confronto-dialogo molto diversa, inaspettata”. E la platea lo ha percepito rispondendo si conseguenza, ringraziando entrambi a prescindere dalle proprie posizioni sul voto.
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