La Tac

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La Tomografia assiale computeriz zata (Tac) è una metodica diagnostica che sfrutta le radiazioni ionizzanti (raggi X) e consente la riproduzione di sezioni corporee del paziente ed elaborazioni tridimensionali. La creazione delle immagini è dovuta al computer che elabora i dati prodotti. La sua creazione ha praticamente eliminato la vecchia stratigrafia, ideata negli anni Trenta dall’italiano Alessandro Vallebona, grazie all’avvento dei moderni calcolatori. L’ingegnere inglese G. N. Hounsfield ed il fisico sud-africano A. M. Cormack meritarono per la creazione di questa tecnologia il Nobel per la Medicina nel 1979, a testimoniare l’importante ruolo che ebbe nel progresso della diagnostica in campo medico. Grazie ad essa otteniamo vere e proprie immagini anatomiche del cervello e dei numerosi organi vitali interni del corpo, che in molti casi facilitano terapie mediche e chirurgiche prima impossibili, o pericolose, come malattie acute o croniche del cervello, tumori dei vari distretti corporei, ascessi, fratture ecc. All’inizio della sua introduzione nella pratica clinica chiedere una Tac gettava il paziente nel panico, ingenerando il timore di una neoplasia. Ora, come spesso succede con le novità in medicina, se ne fa un uso eccessivo, tanto che l’autorevole New England Journal of Medicine, in uno degli ultimi numeri del 2007, segnala l’aumentato rischio di maggiore esposizione alle radiazioni. In altre parole, il rischio cancerogeno derivante dalla Tac, trascurato o sottostimato in passato, deve essere tenuto presente. Soprattutto a livello di popolazione potrebbe rappresentare in futuro un problema di sanità pubblica. Come evitare dunque che uno strumento utile per la vita diventi un’arma letale? Innanzitutto razionalizzandone l’uso. Spesso i vari dipartimenti ed ospedali non comunicano tra loro ed alcune Tac ripetute, potenzialmente non sono necessarie. Poi è opportuno sostituire la Tac con altre forme di esami non radioattivi, come la Risonanza magnetica nucleare e/o ecografia, quanto meno nei controlli successivi ad una prima Tac. È evidente che questo è un compito che spetta al giudizio clinico del medico curante ed a tale scopo sarebbe opportuno che le autorità che gestiscono il disastroso bilancio economico della sanità, tale in tutti i Paesi industrializzati, si adoperassero più alla informazione ed alla formazione del personale medico, piuttosto che limitare il loro intervento ad una gestione meramente economica, quando non truffaldina (vedi situazione calabrese e non solo). Ma, nell’attesa che ciò avvenga, è bene che anche chi ci legge si adoperi a fare in modo che questa linea sia seguita, per la salvaguardia della sua salute e per un più razionale uso del denaro pubblico che scaturisce dal sacrificio di ciascuno di noi.

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