La svolta centrista di Giorgia Meloni a Washington
Essere invitati alla Casa Bianca dal presidente americano Joe Biden non è scontato. Lo sa bene il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che da quando è entrato in carica non è stato ufficialmente ricevuto nello Studio Ovale e dovrà attendere fino alla fine dell’anno per mettervi piede. E lo sanno bene anche il primo ministro ungherese Orban, quello polacco Duda e l’ex presidente brasiliano Bolsonaro: la presidenza americana non gradisce le tendenze di destra. L’invito alla presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, più volte ritratta dalla stampa d’oltreoceano come il primo leader italiano di estrema destra dalla fine della seconda guerra mondiale, ha siglato ufficialmente “il passaggio al centro” della leader di Fratelli d’Italia. È questa la sintesi dell’incontro tra Biden e Meloni per alcuni analisti americani. Osservata speciale durante la campagna elettorale e dopo i primi mesi di governo, da ieri Giorgia Meloni ha incassato a più riprese le parole “amicizia tra Italia e Stati Uniti”, a siglare un’intesa rinnovata tra i due alleati, soprattutto sulle questioni internazionali: Nato, Ucraina, relazioni con la Cina. Queste ultime si stanno rivalutando, dopo che l’Italia di Giuseppe Conte aveva scioccato i paesi del G7 per aver aderito alla Belt and Road Initiative (nota in Italia con il nome di “via della Seta”), il programma di infrastrutture della Cina.
Nessuna conferenza stampa congiunta tra i due, ma un lungo comunicato stampa che in 15 punti illustra il piano di collaborazione tra Biden e la Meloni sul piano internazionale e su quello commerciale e scientifico. Si plaude alla scelta di ospitare in Italia nel 2025 la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, e si incoraggia l’impegno italiano per la stabilità del Mediterraneo e dei Balcani. Un ambito di lavoro comune sarà quello della sicurezza alimentare e delle banche multilaterali di sviluppo, oltre alla lotta al cambiamento climatico. L’Italia incassa il favore degli Stati Uniti nella candidatura nella candidatura per ospitare l’Esposizione universale, oltre alla rassicurazione che il commercio bilaterale Usa-Italia, che nel 2022 ha totalizzato 117 miliardi di dollari, potrebbe ulteriormente espandersi; come si amplierà la collaborazione nella ricerca spaziale.
La dichiarazione è seguita all’incontro di circa un’ora, iniziato per pochi minuti davanti alle telecamere, dove i due leader sono apparsi amichevoli, con Biden che ha scherzato sui suoi legami con l’Italia: è cresciuto con i vicini italiani, ha ricevuto il premio della Fondazione Sons of Italy – Figli dell’Italia quando era vicepresidente e poi ha anche sposato Jill Jacobs, che ha un nonno italiano [il cognome originale era Giacoppo, ndr]. Il presidente americano ha a cuore la presidenza italiana del G7 e con questa l’assicurazione del ripetuto sostegno a Kiev, per cui ha ringraziato anche gli italiani.
La presidente del Consiglio ha incontrato i leader del Congresso, sia repubblicani che democratici e ha parlato degli altri valori della democrazia americana, strappando allo speaker della Camera, Kevin McCarthy, un commento sullo sguardo al futuro della premier e non al passato. Se la vittoria di Meloni aveva preoccupato centristi e democratici, convinti che l’Italia avessero eletto un altro aspirante Trump e una che scimmiottasse la sua politica abrasiva e punitiva per apparire forte, in questi primi mesi di governo ci si è dovuti ricredere. Se criticità permangono sull’atteggiamento della premier italiana nei confronti della comunità LGBTQ e sulla gestione delle migrazioni, per Nile Gardiner, direttore del Margaret Thatcher Center for Freedom della Heritage Foundation, Giorgia Meloni è la “Lady di ferro” più simile alla Thatcher sia nella politica europea, che in quella interna. «La Meloni è stata una storia di successo straordinaria e sbalorditiva in Italia, in un paese che ha sofferto di instabilità politica per decenni, ha sfidato lo status quo e sta vincendo», ha dichiarato Gardiner.
Tuttavia sul fronte statunitense gli scettici si chiedono se questa posizione atlantista resterà se Trump venisse eletto presidente e se permarrà anche durante la campagna per le europee, dove ad essere premiate potrebbero essere proprio le tendenze di destra, che vedono nella Meloni la loro stella nascente. Intanto la presidente italiana riparte da Washington assicurandosi che Biden e gli Stati Uniti saranno suoi alleati durante la presidenza italiana del G7, e cioè dal primo gennaio 2024: un consenso che non era scontato.