La storia delle campane russe

Un’arte giunta dal maestro Rodolfo Fioravanti all’inizio del XV secolo, ma che ha incontrato forti opposizioni da allora, come nel periodo della rivoluzione bolscevica. Raccontiamo le particolari vicissitudini delle campane del monastero di San Danilo di Mosca
campane

Quest’anno la Chiesa ortodossa ha celebrato la Pasqua il 2 maggio, secondo il calendario orientale. L’annuncio col suono di una campana rappresenta qualcosa di sublime, solenne. Nei giorni delle feste ci ricorda la beatitudine del Paradiso, durante la Settimana santa ci ricorda la nostra riconciliazione con Dio tramite Gesù Salvatore. Durante i giorni della luminosa settimana di Pasqua, ci eleva alla vittoria della vita sulla morte e alla gioia eterna e infinita della vita futura nel Regno di Cristo, come diceva uno dei padri spirituali ortodossi, Serafim Slobodskoy.

Questo suono che arrivava da varie chiese mi faceva riflettere e ricordare la storia delle campane in Russia. Le campane sono arrivate in Russia insieme al cristianesimo. Durante l’invasione tartara-mongola, che è durata quasi 250 anni, tra il XIII e il XV secolo, non era  possibile usare le campane e, probabilmente, tutte quelle preesistenti furono distrutte.

Dall’inizio del XV secolo si è sviluppata l’arte della fusione delle campane di grandi misure. Per farlo sono stati invitati maestri dall’estero. Uno di questi fu un architetto, ingegnere e fonditore bolognese, Rodolfo “Aristotele” Fioravanti. Lui ha insegnato a tanti artigiani russi e ha trasmesso loro l’arte della fusione. Dalla sua scuola sono usciti poi tanti famosi fonditori che hanno organizzato nuovi laboratori in tutto il teritorio russo. Oltre a quelli di Mosca sono conosciuti anche quelli di Pskov e Novgorod. Le campane avevano misure sempre più grandi. Questa scelta era favorita anche dalle ricche risorse di rame scoperte nel Nord del Paese. Si diceva poi che il suono basso della campana facesse arrivare più presto la preghiera in cielo. Perciò quelle del peso di 50-70 kg suonavano solo durante i giorni feriali.

Il periodo della fioritura dell’arte della fusione delle campane in Russia è stato il XVIII secolo. La più famosa di questo periodo è „La campana dello Zar”. Oggi è una delle attrazioni turistiche del Cremlino a Mosca. Le sue misure sono stupefacenti: il suo peso è di quasi 202 tonnellate, l’altezza è pari a 6,14 metri, il diametro è di 6,6 metri. Fu realizzata su ordine dell’imperatrice Anna Ioannovna negli anni 1733-1735. Non ha mai suonato, perché dopo il difficile processo della fusione non si riuscì a issarla. Poi ci fu un incendio al Cremlino e per evitare che si sciogliesse versarono acqua su di essa. A causa della differenza di temperatura si sono formate molte crepe e si è staccato un grosso pezzo del peso di 11,5 tonnellate. Per quasi 100 anni la campana è rimasta nel pozzo scavato per la sua fusione e solo all’inizio del XIX secolo è stata estratta e posta su un piedistallo. È fatta di bronzo e decorata con le figure dell’imperatrice Anna e dello zar Aleksej. Tra gli altri volti raffigurati spiccano quelli di Gesù Cristo e della Vergine Maria circondati da angeli. Oggi la possono ammirare tanti turisti che visitano il Cremlino a Mosca.

Il suono delle campane dipende non solo dalle loro misure ma anche dal modo in cui sono appese sul campanile. Al Nord della Russia, dove i villaggi sono distanti tra di loro, in passato, si cercava di disporre i campanili in modo che il suono di uno si potesse sentire dall’altro così che quasi si „parlavano” tra di loro e trasmettevano messaggi. Le campane avvertivano gli abitanti del divampare di un incendio o di altri pericoli. In alcuni posti esisteva l’usanza di suonare la campana durante l’inverno, quando imperversava una bufera di neve per indicare la strada a coloro che viaggiavano e perché non corressero il rischio di perdersi.

La vita dei credenti è accompagnata dal suono delle campane. Uno dei vescovi ortodossi dell’inizio del XX secolo, padre Trifon, diceva che la campana ci chiama alla preghiera, fa svegliare la coscenza e ci invita a riconciliarci con Dio. Nello stesso tempo ci ricorda la Misericordia del Signore e porta la speranza. Si capisce allora il perché la rivoluzione bolscevica abbia fatto sparire le campane da quasi tutto il territorio della Russia. Nel 1930 fu vietato l’uso delle campane  in tutta l’Unione Sovietica. Le campane vennero buttate giù dai campanili. Non si guardava né al valore storico, né a quello artistico. Tantissime vennero fuse e usate per l’edilizia o in altri modi. Nel 1932 a Mosca furono usate 100 tonnelate di campane per forgiare altorilievi per il nuovo edificio della Biblioteca di Lenin.

Il monastero di S. Danilo.

Delle migliaia di campane che esistevano in Russia se ne sono salvate solo alcune. Una storia interessante è legata alle campane del monastero di san Danilo di Mosca. Negli anni ’30, un imprenditore americano, certo Charles Crane, ha aquistato tutte le campane del monastero a un prezzo stracciato – in totale 25 tonnellate. Lui conosceva e apprezzava la cultura russa e capì che forse in questo modo sarebbe riuscito a salvare almeno una piccola parte di esse. Le 17 campane comprate da Crane furono installate all’Università di Harvard, così molti studenti  hanno potuto conoscere il loro suono.

Dopo la perestrojka, a Mosca, iniziò il processo di ricostruzione delle chiese. Tra i primi è stato riaperto il monastero di San Danilo. Volendo far tornare le campane originali da Harvard, furono fuse in Russia delle copie con la forma e i disegni identici alle originali. Oltre le 17 copie, furono fuse altre due campane: una con i simboli dell’Università di Harvard come segno di gratitudine per la conservazione di un così grande patrimonio culturale e una seconda per il monastero di San Danilo con i simboli degli Stati Uniti e della Russia come ringraziamento a tutti coloro che avevano partecipato alle vicissitudini del monastero, sperando e credendo in un buon esito. Dopo anni di preparativi, finalmente, nel 2009, le campane, dopo 80 anni di assenza, hanno potuto di nuovo suonare nel monastero di San Danilo.

Come dicono i credenti ortodossi, nelle chiese ci chiama Dio e allora è importante che la chiamata assomigli alla Sua voce e tocchi il cuore. Il forte suono delle campane è il modo migliore per esprimere l’esaltazione e l’annuncio della festa e aiutare le persone a fermarsi in mezzo alla vita frenetica della città.

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