La stanza di mio fratello
Anne Icart - Corbaccio
Qualche volta gli editori italiani, traducendo liberamente i titoli di testi scritti in altre lingue, non rendono ragione alla loro bellezza originaria. È il caso di questo libro, scritto da un’esordiente francese, parigina d’adozione, originaria dei Pirenei, il cui titolo originario è Les lits en diagonale, i letti in diagonale. Si tratta di un racconto leggero e intenso che tratteggia il legame profondo tra un fratello e una sorella, legati per sempre da un comune destino.
Anne è una bambina serena, immersa in un mondo di giochi e di abitudini che si ripetono; il fratello Philippe, di poco più grande, è l’eroe, il fratello grande che la protegge e la fa sentire sicura nel buio della notte. Poi, quando Anne incomincia la scuola, i genitori le spiegano che Philippe è “diverso”, che lei è “normale” e che d’ora in avanti dovrà essere lei ad aiutare il fratello maggiore. Il sogno di Anne si spezza all’improvviso, per anni «non aveva fatto caso alle parole che ti incespicano contro le labbra, all’andatura scoordinata, ai ritardi accumulati», accecata da un’enorme ammirazione.
Da quel momento, in Anne cresce la ribellione all’idea di un fratello disabile che, negli anni dell’adolescenza e della giovinezza, la imbarazza, allontanando amici e compagni, mentre in lei cresce il disagio a comprendere le aspettative che i genitori riservano alla sua “normalità”.
Dall’altra parte, però, Anne coltiva una disponibilità crescente a prendersi cura del fratello senza far conto di sé, sapendo che con la morte dei genitori ella finirà per diventare per lui sorella, madre e padre. Il libro restituisce l’essenza del rapporto tra fratelli e il manifestarsi di un destino diagonale che Anne decide di accogliere con generosità, per la felicità che le può riservare. Ancora una volta la letteratura si alimenta nelle pieghe delicate della vita.