La spiritualità del deserto

Abbandonano la città e la frenesia della vita sociale per la pace e la solitudine. Sono i Padri del deserto, monaci vissuti nel IV secolo d.C. in Palestina, Egitto e Siria. Per i tipi di Città Nuova Fabio Ciardi ha appena pubblicato I detti di apa Pafnunzio, in cammino nel deserto, nel quale racconta l’affascinante esperienza della vita di un immaginario padre del deserto. È il libro che vi proponiamo da leggere questo mese. Qui di seguito l’intervista all’autore
I detti di apa Pafnunzio_Ciardi_Città Nuova

Come è nata l’idea di scrivere questo libro?
«Accanto agli scritti “seriosi”, per l’università o per “addetti ai lavori”, mi piace appuntare note, riflessioni, episodi che oramai da anni condivido ogni giorno sul mio blog, senza sapere sotto gli occhi di chi cadranno. È come affidare un messaggio al mare, in una bottiglia, per usare un’immagine di romanzi d’una volta. È così che ho iniziato a lanciare alcuni brevi episodi e parole di saggezza di apa Pafnunzio. Le reazioni che ho ricevuto sono state molto positive. Da qui l’idea di dedicare un libro a questo monaco del deserto».

Chi è apa Pafnunzio? C’è qualcosa di te in lui? È in qualche modo un’esperienza autobiografica?
«Apa, nella lingua copta, signfica “abba”, padre. Chi è questo apa, questo padre del deserto? È un personaggio un po’ misterioso che nasce dall’attrattiva che ha sempre esercitato su di me il mondo straordinario del monachesimo antico, quando il cristianesimo si viveva con la freschezza e la semplicità degli inizi. I solitari del deserto erano uomini sinceri, che non avevano paura di scavare dentro di sé, fino a diventare autentici esperti in umanità: ne conoscevano le debolezze e le potenzialità. Erano affascinati da Dio e lo cercavano senza compromessi, con tutta passione, sapendo che solo Dio rimane. Forse apa Pafnunzio è soltanto la proiezione di quello che ognuno di noi è e che vorrebbe essere. Mi piace lasciare il lettore nell’incertezza se ha tra le mani un libro storico o una finzione letteraria (non so se è più vero un libro storico o una finzione letteraria…)».

La vita dei Padri del deserto è quanto mai lontana dalla nostra quotidianità, caratterizzata da ritmi frenetici e da tante parole… Cosa hanno da dirci oggi i Padri? Come rivivere l’esperienza del deserto?
«I Padri del deserto (non dimentichiamo che c’erano anche le donne, le Madri del deserto! Nel mio libro fanno rapide comparse) erano uomini eccezionali, sperimentatori di Vangelo. Di una attualità straordinaria. Il deserto è un luogo che distrugge l’effimero e costringe ad andare all’essenziale, a riscoprire ciò che veramente vale nella vita, a mettere a nudo il cuore bruciando le sue falsità e accendendo la fiamma dell’amore autentico. Mai come in questa società disorientata abbiamo bisogno di maestri che ci aiutano a ritrovare il gusto del vivere. I “detti” di apa Pafnunzio sono semplici, veri, propositivi, toccano la vita d’ogni giorno. Ho voluto raccontarli con una scrittura leggera perché possano essere suggerimenti discreti, quasi sussurrati».

Hai avuto qualche eco dopo la pubblicazione?
«I commenti che mi giungono sul blog, con il consueto stile telegrafico, mi paiono significativi: “Apa Pafnunzio si pone proprio al mio livello”; “arriva al cuore”; “grazie apa Pafnunzio, sei un grande!”; “caro apa Pafnunzio, se puoi accompagnarci con la tua saggezza nel corso del nuovo anno, ci faremo buona compagnia perché siamo anziani e procediamo a piccoli passi senza proporci mete irraggiungibili”; “che dono questi padri del deserto”; “i detti di apa Pafnunzio? Piccoli rivitalizzanti che ci donano l’energia per riprendere con più lena il Santo Viaggio”. Ma forse la soddisfazione più bella è stata vedere come i detti di apa Pafnunzio sono stati accolti in un monastero di veri Padri del deserto di oggi, in Iraq. Ai monaci sono talmente piaciuti che li hanno tradotti in arabo e hanno stampato un libretto: 1000 copie!».

Fabio Ciardi, I detti di apa Panfunzio, in camminio nel deserto (Città Nuova, 2014)

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