La speranza, passione politica

Lo spirito del nostro tempo di tutto sembra voler e poter parlare fuorché di speranza.
Ernst Blok

Lo spirito del nostro tempo di tutto sembra voler e poter parlare fuorché di speranza. Tanto che paiono remoti gli anni in cui il “principio speranza” di Ernst Bloch accendeva i cuori e lievitava le menti.

 

L’estenuazione delle ideologie e delle utopie, ma anche l’obiettiva fatica nel dare ragione della speranza alimentata dalla fede, sembra lasciar libero campo non già a quelli che la tradizione cristiana stigmatizzava come i peccati contro la speranza – la disperazione e la presunzione –, ma soltanto al cinismo e alla rassegnazione. E cioè, da un lato, al programmatico sfruttamento delle opportunità offerte dallo status quo e, dall’altro, alla resa nei confronti dei potenti meccanismi e delle imbonitorie propagande che suggeriscono di riconoscere, in questo che viviamo, addirittura “il migliore dei mondi possibili”.

Ebbene: proprio questo stato di cose provoca a un sussulto condiviso e argomentato d’immaginazione e di progettazione. E cioè a un risveglio della speranza. Perché l’assenza di speranza, per un individuo come per una società, è sintomo il più prossimo della morte, biologica e spirituale.

 

E affinché tale risveglio non resti fuoco di paglia o troppo presto venga archiviato nella rassegna delle buone ma inefficaci intenzioni, occorre scavare dentro l’uomo e, per chi vive di fede, riscoprire in Gesù, il crocifisso che è risorto, il fondamento affidabile di una prassi buona e giusta. La speranza, infatti, è passione dell’anima chiamata a tradursi in atteggiamento non solo personale ma politico: accreditandosi appunto come la virtù chiamata a coniugare visione e profezia con realismo e riconoscimento del possibile.

Di qui una coppia di atteggiamenti che definiscono la qualità dell’agire politico impregnato di speranza. Discernimento, innanzi tutto, che significa capacità di leggere la storia tenendo conto dei segnali spesso ingarbugliati e contraddittori che essa ci trasmette, per intuirne la direttrice di marcia e individuare le vie di ciò che è possibile e dunque necessario realizzare in quella direzione. E insieme magnanimità, che significa grandezza d’animo capace di abbracciare e perseguire il bene comune scavalcando pregiudizi e steccati, nella pazienza della gradualità della sua realizzazione e nello spirito di quella perseveranza che sa mantenere fisso lo sguardo sulla rotta da seguire, anche se il percorso è arduo e frustrante.

 

Perché oggi come sempre, oggi anzi in modo più urgente che mai, la politica è chiamata, per la parte che le è propria, a risvegliare con visione lo spirito della speranza e a organizzarne con lucidità i cantieri.

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