La speranza di Fratel Biagio
«Nel tempo nostro, la ricchezza è divenuta l’oggetto, anzi la fonte, della filosofia e della politica più in voga: è l’idolo più coltivato; è l’ossessione di cui partiti e governi sono più indemoniati. Quel farsi povero fra i poveri è anche un cercare Gesù, che è nei poveri: un trovare un altro viadotto al divino in terra.», così scriveva Igino Giordani nel 1955. Sembra che nulla sia cambiato e sembra prendere campo il lato oscuro della disperazione. Assistiamo ogni giorno ad ingiustizie, ad assalti veri e propri alle libertà.
Sono passati tanti anni e sembra che questa società abbia perso la speranza, quella speranza di cui parlava Giordani, quella speranza che proviene da Dio. La società moderna ci porta ad un egoismo globalizzato, i famosi motti “prima gli italiani, o prima gli americani” sembrano far breccia nelle menti di molti allontanandoci dalla vera essenza dell’uomo, ovvero la socializzazione.
Ma non tutto sembra andare alla deriva, in molti magari in forme silenziose, associative libere e riconosciute iniziano a muoversi, iniziano ad alzare la voce, uno di queste forze positive è Fratello Biagio, il missionario laico di Palermo che da molti anni si è preso carico degli ultimi, dei diseredati, degli invisibili, creando la missione speranza e carità in cui poter dare un tetto, un pasto e piano piano, con sforzi infiniti insieme ai molti volontari che si sono coinvolti negli anni, la speranza di un lavoro, cercando di creare formazione e laboratori di artigianato.
Ma come dicevamo prima non è facile, le mille sfide di questa società cercano di dissuaderti, di allontanarti, a volte anche di farti accontentare. Ma Biagio non è uno facile, non è uno che si accontenta, ha scelto Dio e Dio non si accontenta finché non ci vede felici. Dopo un lungo discernimento, affrontato con profonda preghiera e ascolto Fratello Biagio decide di andare nei posti di “potere”, di prendere di petto il male, ed imbarcatosi sul traghetto per Genova da Palermo inizia il suo/nostro nuovo cammino verso Bruxelles, passando per Milano e poi sempre a piedi per la Svizzera, verso il cuore di un Europa che sembra aver dimenticato il senso stesso del suo nascere… Il famoso Bene Comune.
La decisione della sua partenza nasce, si sviluppa e si realizza nei mesi precedenti, quando, come un lampo a ciel sereno, arriva il decreto di espulsione di Paul, un ospite-amico-fratello Ghanese che da 10 anni aiuta in missione, e che facendo un percorso personale di Dio ha deciso di donarsi a Lui, ma questa storia la conosciamo già è agli onori della cronaca, ma forse non tutti sanno che dopo la “vittoria” per Paul, non cambia nulla, l’agognato permesso di soggiorno, strumento di ricatto morale e psicologico per coloro che ne hanno bisogno, non arriva e Paul rimane un uomo libero ma senza permesso.
La cosa che sconvolge l’animo di Fratel Biagio è che la condizione di Paul è condivisa nel breve tempo da altre 50 mila persone perché, così come l’ha definita pure il vescovo di Palermo Lorefice «una legge ingiusta e disumana», una legge che sa anche di »presa in giro dal nome confortante “decreto sicurezza”, ma che al suo interno di sicurezza non ha proprio nulla, che attraverso l’eliminazione del permesso di soggiorno umanitario crea clandestini, non importa da chi o per cosa sia stata creata, se una legge è non giusta va cambiata.
Fratel Biagio parte con in cuore il dolore di queste persone, ma anche delle mille ingiustizie del mondo, perché un cuore puro si fa carico di ogni ingiustizia, parte alla volta dell’Europa con la speranza che stringendosi a Dio ancor più forte e incontrando le persone che Lui vorrà fargli incontrare qualcosa si possa smuovere. Non è un atto di presunzione il suo, non è un atto di visibilità, del resto Fratel Biagio si è sempre definito «servo inutile di Dio», ma solo la certezza che toccando i cuori, e facendosi toccare il cuore, Dio può fare miracoli.
E di spazi lasciati liberi al male ne abbiamo moltissimi, i giornali, le televisioni, le radio ne raccontano a non finire, ma il gioco del male è questo toglierci la speranza, ed allora non lasciamo la speranza solo al viaggio di Fratel Biagio, diamoci una svegliata e ricordiamoci di essere figli di Dio e non sepolcri imbiancati.