La Spagna decide per il cambiamento

Il leader di Podemos

«Credete che Mariano Rajoy sia il miglior candidato per il Partito Popolare alle prossime elezioni politiche?»: è questa domanda posta da El Mundo ai suoi lettori, ma soprattutto il sonoro 80 per cento di «No» nelle risposte, che probabilmente identifica al meglio l'umore che si respira in Spagna all'indomani delle elezioni amministrative che hanno visto una grande crescita di consensi per il partito Podemos. Certo, ricorda il catalano La Vanguardia, «il Partito Popolare (PP) e il Partito Socialista (Psoe) – i due principali – hanno ancora la maggioranza nel 70 per cento dei comuni», e quindi parlare di «trionfo» della nuova formazione politica è quantomeno improprio; però, titola a grandi caratteri Abc, «Il PP e il Psoe perdono 3 milioni di voti», di cui 2,6 per il PP – per quanto il suo leader escluda, come precisano tutti i quotidiani, di fare il fatidico passo indietro. Di conseguenza, «i nuovi partiti di sinistra avranno di fatto il bastone del comando nelle grandi città spagnole, come Barcellona, Valencia e Madrid».

 

Ed è appunto su Madrid che sono puntati gli occhi: qui infatti Ahora Madrid, la coalizione in cui è confluito Podemos, con i suoi 20 seggi i consiglio comunale potrebbe scalzare il PP – che ne ha appena uno di più – alleandosi con il Psoe che ne ha 9, ponendo come primo cittadino Manuela Carmena invece che Esperanza Aguirre. E infatti El Paìs titola «Podemos pone come sua priorità nella alleanze quella di scalzare il PP», e riporta una dichiarazione del suo leader, Pablo Iglesias, secondo cui «elaboreremo un programma che entusiasmerà i socialisti» – e non certo solo a Madrid, ma in tutti quei comuni in cui le urne hanno dato un responso simile. Quasi ironicamente, osserva l'articolista, il Psoe si era presentato in campagna elettorale come «l'unica sinistra capace di governare e ha attaccato politicamente Podemos», mentre ora «ha ben chiaro che la realtà gli impone di parlarci perché è nelle istituzioni». Insomma, sintetizza nel suo editoriale il docente di diritto costituzionale Francesc De Carreras, «stiamo passando dal bipartitismo al quadripartitismo» – PP, Psoe, Podemos e Ciudadanos -; tuttavia, «per quanto molti socialisti non disdegneranno gli accordi con Podemos pur di estromettere il PP dal governo – precisa – non dimentichiamo che questo può essere un abbraccio mortale per il Psoe: uno degli obiettivi dichiarati di Podemos è infatti sostituire il partito socialista con un unico partito maggioritario di sinistra».

 

Intanto, anche il resto d'Europa guarda alla Spagna. Il britannico The Guardian prende di mira soprattutto la risposta considerata inadeguata del leader popolare Rajoy, che si limiterebbe a «irritarsi davanti al successo di Podemos» e sarebbe «in difficoltà nel rispondere alle critiche; e il francese Le Figaro arriva addirittura ad affermare che «Rajoy, per quanto il suo partito conservi la maggioranza, non risponde più all'esigenza di cambiamento espressa dagli spagnoli». Il tedesco Der Spiegel, poi, afferma che «il bipartitismo in Spagna è presumibilmente finito», e che «per un Paese afflitto da corruzione e crisi economica, questa potrebbe essere una possibilità di cambiamento».

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