La spada

“Una spada trafiggerà la tua anima”. L’annuncio della croce. In Magnificat, Piero Coda riflette sul mistero del dolore nella vita di Maria
magnificat_COPERTINA

Il rapporto tra Maria e Gesù.

L’evento che ella ha accolto all’annuncio dell’angelo, e per il quale ha cantato la lode della grandezza di Dio, si fa strada nella storia. Quella d’Israele e dell’umanità. Ma, prima di tutto, quella di lei – Maria.

E la storia non è tutta rose e fiori. È cammino, intessuto di luci e ombre, di attese, di sconcerto, di brevi gioie, di dolorosi presentimenti, di certezze, di speranze, d’interrogativi, di distacchi, di tragedie.

Giovanni Paolo II parla di un itinerario di fe­de compiuto da Maria: dall’annuncio alla croce. Chiara Lubich dice via Mariae il suo cammino nell’esperienza con Dio attraverso Gesù.

Il paesaggio luminoso e infinito che, d’un trat­to, s’era dischiuso all’anima di Maria nel momento in cui s’era affidata tutt’intera alla parola di Dio, ora rivela l’asperità del sentiero scosceso lungo cui s’inerpica il viaggio che dev’essere percorso.

Non è la salita d’una montagna. Maria, sin dall’inizio, è già in cima alla vetta. È in Dio. Intro­dotta dal Padre, per grazia, nel seno stesso della Trinità, dove, per lo Spirito Santo, Dio genera in lei il Figlio nella carne.

Ma è un camminare sul crinale della monta­gna, senza più scendere d’un passo, tra abissi che imprevisti, rischiosi e anche orridi fanno capolino, d’una parte e dall’altra.

Mentre la meta si perde all’orizzonte, nascosta nel segreto di Dio.

(…)

«Che c’è tra me e te, donna?».

Di solito, e ce n’è buona ragione, si dice che la cifra velata e la profezia cruda di tutto ciò che l’at­tende raggiunge Maria attraverso le parole di Si­meone: «E a te una spada trafiggerà l’anima».

La spada divide, separa: sé dagli altri, ma, pri­ma ancora, sé da sé. Ed è così che ci si ritrova al di là di sé, in Dio. Ed è così che ci si ritrova anche con l’altro, al di là di sé e di lei o di lui – in Dio. Gesù – lo dice egli stesso – non è venuto a portare la pace, ma la spada.

La spada che trafigge e separa Maria da sé e da Gesù non viene dunque solo da chi loro sta accan­to. Viene da Gesù.

Sarà capace Maria di cantare la grandezza di Dio, di farlo ancora grande, quando, acuminata e inesorabile, la trafiggerà la spada?

(…)

Nel loro rapporto s’insi­nua la spada. L’episodio di Gesù bambino al tem­pio ne è il presagio. «Non sapevate che io debbo essere nelle cose del Padre mio?». La risposta di Gesù alla domanda accorata e pungente di Maria – «figlio, perché ci hai fatto co­sì?» – non poteva essere più netta.

«Ma essi – commenta realisticamente Luca, forse informato da Maria stessa del fatto – non compresero la parola che aveva detto loro».

È la spada. Maria sa che il figlio deve fare la sua strada. Così come lo sa ogni madre.

(…)

Una mamma sa quel che passa nel cuore della sua creatura. Lo intuisce, lo indovina dai suoi ge­sti, dalle sue scelte, dai suoi interessi. Ma quando la chiamata di Dio e la decisione del figlio vengono alla parola, allora è la spada. È come attraversare un ponte sapendo ch’esso crollerà alle tue spalle appena l’hai passato: e che più non potrai tornare indietro.

«Chi pone mano all’aratro e poi si volta indie­tro, non è degno di me».

È legge della sequela di Gesù. È legge di Dio: che, sempre, ci raggiunge come orizzonte che s’a­pre dinnanzi a noi, e nel quale soltanto inoltran­doci si dischiude la direzione del cammino.

Piero Coda, Magnificat, Città Nuova , 2013

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons