La spada
Il rapporto tra Maria e Gesù.
L’evento che ella ha accolto all’annuncio dell’angelo, e per il quale ha cantato la lode della grandezza di Dio, si fa strada nella storia. Quella d’Israele e dell’umanità. Ma, prima di tutto, quella di lei – Maria.
E la storia non è tutta rose e fiori. È cammino, intessuto di luci e ombre, di attese, di sconcerto, di brevi gioie, di dolorosi presentimenti, di certezze, di speranze, d’interrogativi, di distacchi, di tragedie.
Giovanni Paolo II parla di un itinerario di fede compiuto da Maria: dall’annuncio alla croce. Chiara Lubich dice via Mariae il suo cammino nell’esperienza con Dio attraverso Gesù.
Il paesaggio luminoso e infinito che, d’un tratto, s’era dischiuso all’anima di Maria nel momento in cui s’era affidata tutt’intera alla parola di Dio, ora rivela l’asperità del sentiero scosceso lungo cui s’inerpica il viaggio che dev’essere percorso.
Non è la salita d’una montagna. Maria, sin dall’inizio, è già in cima alla vetta. È in Dio. Introdotta dal Padre, per grazia, nel seno stesso della Trinità, dove, per lo Spirito Santo, Dio genera in lei il Figlio nella carne.
Ma è un camminare sul crinale della montagna, senza più scendere d’un passo, tra abissi che imprevisti, rischiosi e anche orridi fanno capolino, d’una parte e dall’altra.
Mentre la meta si perde all’orizzonte, nascosta nel segreto di Dio.
(…)
«Che c’è tra me e te, donna?».
Di solito, e ce n’è buona ragione, si dice che la cifra velata e la profezia cruda di tutto ciò che l’attende raggiunge Maria attraverso le parole di Simeone: «E a te una spada trafiggerà l’anima».
La spada divide, separa: sé dagli altri, ma, prima ancora, sé da sé. Ed è così che ci si ritrova al di là di sé, in Dio. Ed è così che ci si ritrova anche con l’altro, al di là di sé e di lei o di lui – in Dio. Gesù – lo dice egli stesso – non è venuto a portare la pace, ma la spada.
La spada che trafigge e separa Maria da sé e da Gesù non viene dunque solo da chi loro sta accanto. Viene da Gesù.
Sarà capace Maria di cantare la grandezza di Dio, di farlo ancora grande, quando, acuminata e inesorabile, la trafiggerà la spada?
(…)
Nel loro rapporto s’insinua la spada. L’episodio di Gesù bambino al tempio ne è il presagio. «Non sapevate che io debbo essere nelle cose del Padre mio?». La risposta di Gesù alla domanda accorata e pungente di Maria – «figlio, perché ci hai fatto così?» – non poteva essere più netta.
«Ma essi – commenta realisticamente Luca, forse informato da Maria stessa del fatto – non compresero la parola che aveva detto loro».
È la spada. Maria sa che il figlio deve fare la sua strada. Così come lo sa ogni madre.
(…)
Una mamma sa quel che passa nel cuore della sua creatura. Lo intuisce, lo indovina dai suoi gesti, dalle sue scelte, dai suoi interessi. Ma quando la chiamata di Dio e la decisione del figlio vengono alla parola, allora è la spada. È come attraversare un ponte sapendo ch’esso crollerà alle tue spalle appena l’hai passato: e che più non potrai tornare indietro.
«Chi pone mano all’aratro e poi si volta indietro, non è degno di me».
È legge della sequela di Gesù. È legge di Dio: che, sempre, ci raggiunge come orizzonte che s’apre dinnanzi a noi, e nel quale soltanto inoltrandoci si dischiude la direzione del cammino.
Piero Coda, Magnificat, Città Nuova , 2013