La sorpresa pasquale di Napolitano
Il Presidente non getta la spugna Sono le 13 di sabato quando Napolitano rompe gli indugi ed annuncia deciso: «Continuo ad esercitare fino all’ultimo giorno il mio mandato, come il senso dell’interesse nazionale mi suggerisce». E chiarisce: «Posso così concorrere, almeno, a creare condizioni più favorevoli allo scopo di sbloccare una situazione politica irrigidita tra posizioni inconciliabili». Poi tira fuori l’asso dalla manica: «Chiederò a due gruppi ristretti di personalità, tra loro diverse per collocazione e per competenze, di formulare – su essenziali temi di carattere istituzionale e di carattere economico-sociale ed europeo – precise proposte programmatiche che possano divenire oggetto di condivisione da parte delle forze politiche». La proposta trova un riferimento nel modello olandese.
Le squadre Già nel pomeriggio vengono resi noti i nomi dei dieci esperti individuati da Napolitano. Per l’ambito delle riforme giuridico-istituzionali: il professor Valerio Onida (già presidente della Corte costituzionale), il senatore Mario Mauro (Lista Civica, già vice-presidente del Parlamento europeo), il senatore Gaetano Quagliariello (Pdl, giurista), il professor Luciano Violante (Pd, giurista).
Per l’ambito economico: il prof. Enrico Giovannini (presidente dell'Istat), il prof. Giovanni Pitruzzella (presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato), il dottor Salvatore Rossi (membro del direttorio della Banca d'Italia), il professor Enzo Moavero Milanesi (ministro per gli Affari europei); nonché l’onorevole Giancarlo Giorgietti (capogruppo alla Camera della lega Nord) e il senatore Filippo Bubbico (Pd), che sono i presidenti delle Commissioni speciali operanti alla Camera e al Senato.
Il compito di questi gruppi ristretti? Essere facilitatori di soluzioni, negoziatori supplementari nei confronti dei partiti, al fine di ricercare proposte condivise che possano costituire materia di convergenza in vista di un governo di scopo. Da martedi 2 aprile inizieranno il loro lavoro. Con i nostri auguri.
Intanto, un governo c’è ancora Napolitano ci tiene a ricordarlo: «Non può sfuggire agli italiani e agli osservatori esteri che un elemento di stabilità è rappresentato dal governo Monti, ancora in carica, dimissionario ma non sfiduciato, che si accinge a prendere importanti provvedimenti in materia economica, d’intesa con le istituzioni europee e con l’essenziale contributo del nuovo Parlamento attraverso i lavori della Commissione speciale presieduta dall’on. Giorgetti».
Il discorso, formalmente, non fa una grinza, e si comprende che vuol lanciare un chiaro segnale ai mercati che martedi riapriranno i battenti. Ma non si può ignorare che si tratta pur sempre di un governo in carica per “prorogatio”, solo per la gestione degli affari correnti.
Lavorare per un esecutivo nella pienezza dei poteri. Non lo nasconde neppure il capo dello Stato quando sottolinea l’esigenza che, da parte di tutti i soggetti politici, «si esprima piena consapevolezza della gravità e urgenza dei problemi del paese e quindi un accentuato senso di responsabilità al fine di rendere possibile la costituzione di un valido governo in tempi che non si prolunghino insostenibilmente, essendo ormai trascorso un mese dalle elezioni del nuovo Parlamento». Sagge parole.