La solidarietà alla sfida del gelo

I soccorsi spontanei di vicini e sconosciuti rendono l’isolamento meno duro. Intanto nel frosinate si fa la conta dei danni: crollati capannoni aziendali, il tetto del conservatorio e la struttura dello stadio
Disagi per la neve
Ora il vero pericolo sono le grondaie e i cornicioni ghiacciati che rischiano di cadere senza preavviso sui passanti, tornati in strada dopo giorni di isolamento. Frosinone e i paesi della provincia  scontano ancora i disagi della nevicata della scorsa settimana. Buona parte del capoluogo è ancora senza luce ed acqua. Le strade sono diventate lastre di ghiaccio e solo le ruspe di privati e dell’esercito sono riuscite ieri a liberarle e renderle circolabili.

Anche qui gli scaffali dei supermercati sono vuoti: l’assalto al cibo per far riserve ricorda agli anziani ben altri tempi.
L’acqua è razionata: due ore al giorno ma senza un avviso che specifichi l’attivazione e la chiusura. I tecnici dell’Enel locali affiancati dai colleghi di Friuli e Trentino cercano di ripristinare la rete elettrica, ma la salvezza da assideramento è garantita dai generatori elettrici di privati che a turno distribuiscono due ore di corrente ai vicini.
Così è accaduto a Danilo di Veroli, isolato da venerdì scorso: «Qui tanti sono contadini e hanno pale, gruppi di continuità e legna per sopravvivere al gelo». E per il cibo? «Il proprietario dell’unico alimentari di Pescosolido ha una jeep: è sceso nel paese vicino, ha fatto scorte e ora li raziona tra le famiglie». Alcuni suoi amici sono testimoni di questa gara di soccorsi.

Intanto si fa la conta dei danni e si scongiura che la tormenta annunciata per il week-end non arrechi ulteriori danni alla già fragile rete di soccorsi.
«C’è impreparazione e manca il coordinamento. Io stesso mi sono offerto come volontario insieme ai miei vicini per spalare la mia strada. La proposta non ha avuto riscontri» racconta Emiliano, assicuratore di Frosinone che ha fatto il giro di tutti i ferramenta alla ricerca di pale e stivali. Tanti sono gli interrogativi sulla tenuta delle ultime strutture inaugurate in città, da quattro- cinque anni: è crollato il tetto del conservatorio, la struttura di copertura dello stadio e alcuni capannoni nella zona industriale hanno ceduto sotto il peso della neve. «Le aziende sono già in crisi e ora anche questo ci fa già supporre lavoro ridotto e cassa integrazione», prosegue l’assicuratore

I vigili del fuoco hanno solo una scala mobile, insufficiente a gestire le continue richieste di intervento. Intanto l’esercito ha portato i primi spazzaneve e tecnici esperti nell’affrontare l’emergenza. Emiliano di fronte a questa parola impallidisce: «Mi rifiuto di usare questa parola. In quattro ore si sono formati 20 cm di neve, poi il livello cresceva, ma chi doveva gestire la situazione non riusciva a prendere decisioni e a dare direttive: questo ha trasformato la situazione in emergenza». Da più giorni un albero impedisce la circolazione in una delle strade principali e non ci sono motosega per entrare in azione o comunque non si permette neppure ai privati di agire.

La solidarietà in questi momenti risulta una carta vincente: ci si scambia coperte e maglioni, il cibo si cucina insieme, il camino torna a far riscoprire rapporti di vicinato compromessi dalla fretta. Ma non è sufficiente. Nel frosinate una tv locale ogni sera alle 22 raccoglie le richieste di aiuto e le smista all’unità di crisi, che intanto ha attivato un numero di emergenza che riportiamo anche noi per le segnalazioni di soccorso: 0775 – 884871/2/3/4.

 
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