La Signora di Vung Tau

Una devozione profonda quella che riguarda la Vergine Maria per il popolo del Paese di Hanoi e Ho Chi Minh City. Una fede che sfida le prove del tempo.

Pochi giorni fa sono arrivato in una località di mare, a Vung Tau, a poche ore da Saigon: un paio di giorni di stacco, per riprendere le forze. Dopo il riposo pomeridiano, d’obbligo in Vietnam, alle 15.30 l’altoparlante ha iniziato a diffondere una canzone mariana, che annunciava la celebrazione eucaristica due ore più tardi. Il volume era talmente alto che, sinceramente, mi sono dovuto spostare di qualche centinaio di metri per godermi il rumore delle onde del tardo pomeriggio e la vita che mi suscitava l’immensità del mare che si spiegava davanti a me.

Certo, per un Paese cosiddetto comunista, una cosa del genere potrebbe sembrare insolita. Suppongo che in Italia un fatto simile avrebbe scatenato le ire dei vicini, in nome della liberà personale. Qui no. E poco distanti dal santuario ci sono due grossi templi buddhisti.

Mi avvio verso la bella chiesa pochi minuti prima dell’inizio della celebrazioni e la trovo stracolma di gente: è la vigilia del 13 ottobre, quando si ricorda la sesta ed ultima apparizione della Madonna di Fatima. Qui in Vietnam ottobre (come maggio) è il mese dedicato alla Madonna e al Rosario e la chiesa è piena di gente, dentro e fuori il sagrato: ci sono pullman provenienti da ogni dove. Soprattutto da lontano, dalle montagne, dal centro del Vietnam. Uno spettacolo da altri tempi, per noi europei, abituati ad altri tipi di folle.

la-madonna-di-vung-taoQui essere cristiani ancora costa, ed in alcune regioni del Paese, non poco: ma la gente non molla, non demorde, non si stanca di “donare alla Mamma”, come dicono da queste parti. E la stessa scena, con numeri ancora più cospicui, si ripete il giorno dopo, il 13 di ottobre: naturalmente le celebrazioni iniziano alle 5.30 del mattino (in genere alle 5, ma la domenica si fa un’eccezione per lasciare dormire la gente di più!).

Rimango attonito e stento a credere ai miei occhi. Anche se da quasi 4 anni vivo qui, ogni volta resto sorpreso, non è possibile non esserlo nel vedere tanto “amore gratuito”, tanta fede, diciamolo pure. Mi fermo anch’io davanti alla statua della Vergine: non ho visto altri occidentali in giro. La gente mi guarda e sorride: noto che la piccola folla che si ferma dopo la celebrazione è composta da sole donne, e per il 90% di una etnia proveniente dalle montagne. A stento parlano il vietnamita.

Eppure si fermano davanti alla statua della Madonna: i minuti passano e loro restano. Dentro di me si fa chiaro un concetto che ho spesso meditato durante questi 4 anni in Vietnam: Maria è donna. E attorno a lei, qui a Vung Tau, come a Saigon, come ad Hanoi, trovo persone semplici, soprattutto donne. E questo colpisce. Mi chiedo: “L’amore è donna? È una prerogativa delle donne forse?”. Certo che nei luoghi di sofferenza che spesso visito, orfanotrofi, baraccopoli, ospedali, chi trovo? Donne. Pochi uomini, troppo pochi a dire il vero. Vicino ai letti di chi soffre, chi muore, scopro sempre madri, mamme, fidanzate, sorelle, amiche. L’amore mi sembra sempre più coniugato al femminile. In fondo, penso, ai piedi di quella croce, si racconta che ci fosse sua madre e donne che Cristo aveva aiutato; poi da lontanto altre guardavano la scena. Ed erano donne.

Agli inizi di ottobre l papa ha chiesto esplicitamente di pregare il rosario a difesa della Chiesa universale contro gli attacchi del “grande accusatore”. Ed ancora una donna è stata chiamata in aiuto: una mamma, come il santo Padre chiama la Madonna nell’ultimo libro intervista di Città Nuova, È mia Madre (incontri di papa Francesco con Maria).

Le Chiese in Vietnam in questo mese sono particolarmente strapiene di gente, che pregano la Vergine per il papa. Il santuario della Madonna di Fatima a Saigon ha un’affluenza di fedeli mai vista prima. E la presenza di questa donna di Nazareth la “sento” ovunque.

Dalla fine del 1700, la Vergine di Lavang, che è apparsa ad un gruppo di perseguitati, ha chiaramente aiutato questo popolo ad andare avanti con una fede genuina, schietta, forte e direi inscalfibile. E la storia continua, fino ad oggi, nel 2018. Mi sembra che per andare avanti in questa società complessa ci sia la necessità di un ritorno ad una fede come questa che trovo in Vietnam: direi una fede “al femminile”, che ridona alla donna il suo posto nella Chiesa. Perché Maria, come ha affermato Bergoglio sempre nel libro È mia Madre (incontri di papa Francesco con Maria), “era una ragazza” come le altre.

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