La sfida del digitale nella sanità

Fra complessità e interdipendenza, il ruolo sempre maggiore delle informazioni cliniche e amministrative, da trattare con attenzione e competenza. I possibili errori dei sistemi informatici. Il piano triennale per l’informatica nella PA

Viviamo in un’epoca nella quale la crescente complessità delle relazioni sociali comporta un grande aumento dell’interdipendenza: rispetto al passato, settori tradizionalmente lontani, anche nella pubblica amministrazione, sono chiamati a elaborare nuovi percorsi di integrazione e sviluppare sinergie per raggiungere obiettivi di benessere e sviluppo significativi per i cittadini.

Nell’ambito sanitario si manifesta l’effetto di una crescente mortalità per malattie non trasmissibili, che colpisce in modo non omogeneo, con sostanziali differenze tra generi, classi di reddito e diversi livelli di scolarità: di fronte a questa emergenza sanitaria, sono ancora più evidenti il ruolo dei determinanti sociali della salute e il peso delle loro disuguaglianze. È facile prevedere, per il prossimo futuro, che i sistemi socio-sanitari in grado di garantire elevati livelli di salute e di welfare saranno quelli caratterizzati da una maggiore capacità di consentire equità di accesso ai servizi e livelli avanzati di prossimità, in grado di garantire l’inclusione dei settori più marginali e fragili della popolazione.

Accanto alle molte difficoltà da fronteggiare per ridurre l’impatto sulla salute delle diverse diseguaglianze (di genere, di ceto sociale, istruzione o reddito) il Sistema Sanitario si trova davanti alla sfida di dipendere da una quantità di informazioni necessarie al proprio funzionamento in crescita esponenziale, sia in termini di mole di dati da trattare, sia riguardo la complessità dei processi necessari per la loro gestione.

Le problematiche da affrontare, numerose ed epocali, non riguardano soltanto un ristretto numero di addetti ai lavori, ma impattano nella pratica e nell’operatività quotidiana dei professionisti sanitari, degli operatori di supporto e, in ultimo, degli utenti e dei cittadini. La proliferazione delle informazioni cliniche e amministrative necessarie alla gestione dei processi assistenziali anche più semplici richiede infatti un investimento sempre maggiore, in termini di numerosità e varietà di funzioni delegate agli strumenti informatici e, di conseguenza, nel volume di conoscenze teoriche e abilità pratiche da consolidare nei professionisti.

Di conseguenza subiscono un pari incremento le risorse necessarie a comprendere e governare una mole rilevante di nuove responsabilità, come quelle relative alla riservatezza, alla sicurezza informatica, alla correttezza e completezza delle informazioni che, affidate ai sistemi informatici, possono replicare e riprodurre errori a cascata nei diversi livelli del sistema, con effetti a volte difficili da prevedere e prevenire.

Tuttavia l’orizzonte che si delinea, con le sue molteplici sfide, contiene anche molti elementi di novità e sviluppo, che rappresentano altrettante opportunità per migliorare la qualità della presa in carico della persona, ridurre la distanza e la marginalità dei cittadini rispetto ad un sistema che – proprio grazie a questi strumenti – ha l’occasione di divenire più capillare, articolato e flessibile.

Gli strumenti dell’ICT nascono con lo scopo di assicurare non tanto la riduzione, quanto la gestione ottimale della complessità, aprendo la strada alla possibilità di fruire di servizi tempestivi, adeguati al contesto e calibrati sulle esigenze specifiche della persona. Caratteristiche, queste, che coincidono con quegli elementi di tempestività, appropriatezza e personalizzazione delle cure indispensabili al processo di umanizzazione dell’assistenza.

Questi effetti positivi, corollario di un’efficiente digitalizzazione dei processi assistenziali, possono essere declinati con altrettanta efficacia nei loro risvolti sociali: non a caso, il piano triennale per l’informatica nella pubblica amministrazione 2017-19 identifica, già dalle sue premesse, il ruolo propedeutico della crescita digitale nel garantire il rilancio di una economia sostenibile e solidale, in grado di garantire elevati livelli di occupazione, produttività e coesione sociale.

Un ulteriore spunto lo si può infine dedicare all’aspetto relazionale che sottende il tema delle “disuguaglianze di salute”. Queste, come ricordato, possono essere causate da circostanze di diverse condizioni sociali, ma sono sempre riferibili all’individuo, alla famiglia, al gruppo etnico o all’area geografica: in una parola, alla persona e alle sue relazioni.

Evidenze e studi specifici documentano da tempo l’effetto protettivo di un approccio globale di presa in carico e cura della persona nel suo contesto di vita, potenziato dallo sviluppo di relazioni interpersonali sane e vitali, che agiscono evitando l’esclusione e l’isolamento della persona: ancora una volta, una conferma che non esiste una sanità efficace senza un solido contesto relazionale. La sfida maggiore, anche in questa fase di profonda transizione, sarà proprio quella di non perdere di vista questa dimensione chiave dell’essere umano, in funzione del quale deve rimanere orientato ogni processo, digitale o meno.

 

 

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