La sfida dei centocinquanta

Articolo

Nei giorni più caldi di agosto della scorsa estate, un insolito brusio animava le strade di Sant’Anna Arresi, un tranquillo comune dell’entroterra cagliaritano, nel Basso Sulcis, dall’omonimo nuraghe che sorge in pieno centro abitato, accanto alla chiesa di Sant’Anna. Voci che si rincorrevano, saluti festosi che si incrociavano: non ci avevano messo molto i suoi abitanti a capire che quelli di “Ayòo village” erano tornati. Per la seconda estate consecutiva, il gruppo dei “Giovani per un mondo unito” sardi – ormai li conoscevano bene – si erano dati appuntamento per una settimana nel loro paese, in uno scampolo di territorio pressoché sconosciuto, non ancora toccato dal turismo di massa. In sardo, “Ayòo” è una parola molto nota, dai molti significati, e corrisponde all’imperativo plurale del verbo andare. Un termine usato anticamente dal pastore per guidare il suo gregge, per indicargli che era giunto il momento di spostarsi, di andare. Era piaciuto perciò che avessero usato questo termine così famigliare come sigla, motto della loro iniziativa. E l’attrazione “ad andare” doveva essere stata davvero forte, se in piena canicola agostana questi centocinquanta ragazzi si erano messi in viaggio anche dal nord dell’isola, dalla Maddalena o da Cala Gonone, per finire in un paesetto di campagna, distante un bel po’ dalla marina più vicina, Porto Pino. Per raggiungerlo, da Cagliari avevano preso verso ovest, aggirando lo stagno di Molentargius, dove nidificano i fenicotteri rosa. Avevano percorso un tratto di superstrada sin quasi a Pula, lasciandosi dietro l’abitato di Domus de Maria. Si erano inerpicati sul passo montano che conduce a Teulada ed avevano infine infilato una ventina di chilometri caratterizzati dalla presenza di una grande base militare, i cui reticolati cingono una vasta area di macchia mediterranea. Infine adagiato, quasi parcheggiato sulla collina, ecco Sant’Anna Arrersi. All’ingresso, una segnaletica stradale ha indicato loro il nome delle contrade: “Uccedus”, “Is Lais”, “Cambuxius” : una toponomastica il cui significato dei nomi si perde nella notte dei tempi. Qui, la Sardegna mostra il suo volto meno conosciuto, la difficoltà ad inserirsi in un mondo che corre troppo in fretta, in bilico tra un passato legato alla vita delle miniere, che non c’è più, ed un futuro turistico che non c’è ancora. Per incontrarlo, e farsi incontrare, questi ragazzi erano arrivati da tante parti dell’isola, interrompendo le loro tranquille vacanze in famiglia. Una piacevole sorpresa, dunque, per i cittadini di Sant’Anna, ormai affezionati a quei giovani che con tanta allegria e voglia di fare li hanno coinvolti nei loro sogni e nei loro progetti: ed i sogni dei ragazzi, si sa, vanno rispettati. Ma quando, appena il giorno dopo il loro arrivo, li vi- dero recarsi di buon mattino nella pineta di Candiani, armati di guanti, rastrelli e sacchi della spazzatura, per togliere i rifiuti abbandonati dagli “ospiti occasionali”, capirono che facevano sul serio. Con questo “biglietto da visita” si erano presentati agli abitanti, che col trascorrere dei giorni, non si stupirono più nel vederli sparpagliarsi a gruppi nel paese. C’era chi si occupava dell’animazione in spiaggia, o chi si curava dell’aspetto ecologico. Dopo aver preso accordi con l’amministrazione locale, li scorsero all’opera nella sistemazione delle aiuole e, addirittura, per dare una nota di colore, pitturare i cassometti della nettezza urbana” E intanto, alle persone che si fermavano incuriosite, parlavano del loro grande sogno, che con l’aiuto di tanti giovani come loro in tutto il mondo stava diventando una realtà. Parlavano dell’Africa, particolarmente di una regione del Camerun e dei suoi abitanti di diverse etnie, che, grazie anche a questo sostegno, in tutti questi anni sono riusciti a tenere lontana la guerra dalle loro terre. A chi domandava, molto semplicemente spiegavano la ragione per cui avevano organizzato quelle singolari “vacanze di lavoro”: per raccogliere, anzi per “guadagnare” onestamente del denaro per finanziare un reparto di maternità in un ospedale in mezzo alla foresta e per pagare alcune borse di studio agli studenti africani. E sebbene i santannaresini non nuotassero proprio nell’abbondanza, davano con generosità, rimandando magari qualche spesa necessaria, ma non urgente. Si accorgevano pure che, nelle loro giornate scandite da molteplici attività lavorative di gruppo, a quei ragazzi non mancavano certo i momenti di sano divertimenti e di allegria, intercalati da altri di impegno culturale. Addirittura un concerto avevano organizzato, partite e tornei di calcio con i giovani del paese, ed una tavola rotonda sull’impegnativo argomento del futuro dei giovani in questo mondo sempre più globalizzato. Ce n’era per tutti i gusti, insom- ma. E a base di” anguria a volontà – donata dai contadini – e coca-cola, le serate sotto le stelle trascorrevano serene, in un mix di canzoni, ritmi, balli e giochi per piccoli e grandi. Mentre il vecchio buon nuraghe Arresi, un po’ frastornato ma in fondo contento, vegliava su tutti. Ed ora che l’estate si avvicina, chissà, ritorneranno? DAGLI INVIATI SUL CAMPO Tra le varie attività dei giovani, anche quella della redazione di un notiziario, l’Ayòo Times, in cui hanno raccolto in brevi interviste la cronaca di quei giorni. BOGHES DE PERDA PER DAR VOCE AI MURI – Anche quest’anno, gli “artisti” si sono dati appuntamento nella sede della scuola materna, con l’intento di realizzare dei murales in una parete esterna dell’edificio. L’équipe, composta da venti ragazzi, ha saputo cogliere ed elaborare le varie proposte realizzando una delicata opera d’arte. Inizialmente ciascuno ha cercato di calarsi nel pianeta bambino, cercando di immaginare ciò che poteva essergli più gradito, per disporlo a trascorrere con altri bambini alcune ore della sua giornata. Marco Spiga – Porto Torres IN CONSIGLIO COMUNALE – Abbiamo dedicato una giornata intera all’insegna dell’incontro con gli amministratori locali, allo scopo di avvicinarci alla politica. Abbiamo potuto mettere a confronto le nostre idee, in un dialogo costruttivo con gli amministratori, riflettendo su alcune problematiche attuali e cercando soluzioni. La giornata è iniziata con l’intervento del sindaco Paolo Dessì che ha offerto la sua esperienza di “uomo di buona volontà” al servizio della politica. In seguito, è stato dato il via a gruppi di studio. Salute ed assistenza, lavoro e ambiente sono stati i temi affrontati. Stefania Ledda – Sestu

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons