La scuola è una cosa seria
Sensibilizzare Tutti parlano di scuola, in televisione, sui giornali, altrove, ma noi insegnanti, che siamo i diretti interessati, non abbiamo voce. Quello che più mi fa male è che l’opinione pubblica è positivamente impressionata, tutti pensano che il voto in condotta sia una soluzione al problema del bullismo, ma le responsabilità della famiglia e della società in cui viviamo dove sono? Vorrei che fosse fatta più informazione, sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso articoli, interviste, opinioni, utilizzare Internet, ecc., perché la scuola non è solo nostra, ma è di tutti e ognuno ha la responsabilità di migliorarla. Annalisa Mammucari (insegnante scuola primaria) Soppiantati da Internet Il lavoro degli insegnanti è intessuto di rapporti: con gli studenti, le famiglie, i colleghi e i dirigenti, la comunità civile e, più in generale, la società in rapida evoluzione. Perché allora, in un mondo che si struttura su rapporti, non cercare e proporre un dialogo tra le parti prima dei cambiamenti? Molto spesso mi trovo in mezzo a colleghi totalmente sfiduciati e disorientati, pressati da richieste insostenibili, caricati di responsabilità civili e, al tempo stesso, non più considerati socialmente. Pochissimi continuano a percepirsi come educatori e formatori di coscienze. Si ha piuttosto il senso di essere totalmente soppiantati dalla tv e da Internet. Patrizia Bertoncello (insegnante scuola primaria) La centralità dell’alunno Ogni alunno rappresenta un micromondo di emozioni, potenzialità e difficoltà e quindi va seguito individualmente. È importante puntare l’attenzione sulla centralità dell’alunno e su condizioni adeguate e serene di lavoro per i docenti. Annamaria Perrotta (insegnante) Proposte Bandire i concorsi per l’insegnamento nelle scuole pubbliche ponendo fra i requisiti quello di avere svolto un lavoro retribuito per almeno cinque anni (anche non consecutivi). Istituire la figura dell’educatore che stabilmente operi nelle scuole per analizzarne le dinamiche di gruppo e intravedere i problemi di relazione dei singoli. Antonio R. Labanca Abolire i progetti Sono in pensione, dopo più di 40 anni di insegnamento. Ho, perciò, assistito a tutte le riforme sempre più peggiorative della scuola italiana, nonché alla sua lenta decadenza. Condivido le proposte del ministro. Ritengo inoltre doveroso mirare a quei contenuti culturali, che promuovano lo sviluppo civile, umano e culturale di ogni singolo alunno scegliendo all’uopo brani antologici idonei ed adeguati all’età degli alunni e alla loro comprensione . Tina Puglisi Comiso – RG Valorizzare la professionalità Sono stato cinque anni in causa di lavoro per uno dei tanti pasticci che si combinano tra direzioni provinciali e generale: il posto che mi spettava è stato dato a uno in graduatoria dopo di me. Ci sono voluti cinque anni per stabilire che avevo ragione. Dopo ciò mi hanno fatto insegnare come docente di sostegno (senza abilitazione) e, da due anni, geografia turistica, di cui non so neanche una parola e non ho mai dato un esame. Non chiedetemi come sia possibile perché non lo so neanche io: adesso mi rivolgerò nuovamente al giudice. È pieno di questi ricorsi, li ho visti con i miei occhi, ce ne sono cataste (ma dopo il tentativo obbligatorio di conciliazione, la stragrande maggioranza di questi miei colleghi non se la sente di affrontare spese di avvocati e di anni persi e si lasciano mettere i piedi in testa, tanto, prima o poi una cattedra vicino casa me la danno, oppure chiedo un favore al mio amico che lavora al provveditorato). La gran parte dei problemi della scuola è dovuta agli insegnanti e alle strutture: bisogna smetterla di girare intorno al problema, senza affrontarlo. Si richiedono qualità e impegno agli studenti, ma nessuna richiesta è fatta ai professori. Alessandro Pirisinu Cagliari Costi Settembre è diventato per la mia famiglia un incubo al pensiero di tutte le spese che ogni anno ci tocca affrontare: la scuola dell’obbligo quest’anno ci costerà minimo 3.144,00 euro. Susanna Maccioni Torino Bene il voto in condotta L’uso del grembiule penso sia una cosa utile e mi sembrerebbe opportuno utilizzarlo anche alla scuola media inferiore. Il ritorno ai voti ritengo sia ottima cosa, purché non si arrivi agli eccessi di tanti anni fa, quando si rimandava anche con 5 in una sola materia. Anche sul voto di condotta sono d’accordissimo. A.B. (Insegnante in pensione) Ho tre bambine e da madre vorrei che le mie figlie potessero avere un’istruzione adeguata ai tempi in cui viviamo: il maestro unico, se poteva andare bene per me trent’anni fa, non va certo bene per le mie figlie. La più grande è in seconda elementare e l’anno scorso ero affascinata dal lavoro svolto dalle tre insegnanti e di come un argomento veniva trattato da diversi punti di vista. Io sono calabrese, cresciuta in una famiglia patriarcale dove i valori umani erano alla base di tutti i rapporti. Mio nonno mi invogliava a leggere, a studiare con costanza, mi insegnava giorno per giorno ad essere orgogliosa di vivere in una nazione che si era conquistata la libertà, il pensiero, la cultura, il sapere. Mio marito ed io abbiamo scelto di vivere in Calabria e crescere qui i nostri figli; non è stata una scelta facile, tutto qui va conquistato a denti stretti ma per quei valori del passato (l’amore alla famiglia, l’ospitalità, la porta sempre aperta, l’apertura verso l’altro, l’attenzione ed il rispetto per gli anziani, l’attaccamento alle proprie origini, alla propria terra, ecc.) ci siamo detti che ne valeva la pena. Perché è diventato così arduo mettersi insieme e riflettere per offrire un futuro migliore alle nuove generazioni di cui siamo tutti responsabili?. Giovanna Caruso (una mamma tra le tante) Quale livello di preparazione? Sono entrata di ruolo quest’anno, dopo quattro anni di supplenze brevi in scuole statali e sei in una delle scuole private più importanti della città. Ne ho viste un po’ in questi anni. Non posso assolutamente dire di conoscere bene entrambe le realtà, perché ogni realtà è a sé ed è unica nel suo genere. Sicuramente posso dirvi che sto facendo un po’ di fatica. Ho lasciato una seconda e ho preso una seconda e ho notato il livello di preparazione . Maura Panzone MilanoQuale livello di preparazione? Sono entrata di ruolo quest’anno, dopo quattro anni di supplenze brevi in scuole statali e sei in una delle scuole private più importanti della città. Ne ho viste un po’ in questi anni. Non posso assolutamente dire di conoscere bene entrambe le realtà, perché ogni realtà è a sé ed è unica nel suo genere. Sicuramente posso dirvi che sto facendo un po’ di fatica. Ho lasciato una seconda e ho preso una seconda e ho notato il livello di preparazione . Maura Panzone Milano Ci sono anche i disabili Vi scrivo per raccontare l’odissea che molte famiglie di bambini disabili stanno attraversando. Sin dalla prima elementare mia figlia ha necessitato di sostegno per il massimo delle ore (24) per imparare a leggere e scrivere, e essere organizzata nello svolgimento dei compiti. Quest’anno in prima media la situazione è precipitata perché il monte ore dedicato al sostegno è stato tagliato (da 18 a 12, da 12 a 9 o addirittura a 6). La rabbia e la frustrazione che ne seguono derivano, oltre che per la situazione creatasi, anche per il fatto che sui quotidiani a maggior tiratura o nei vari tg non viene nemmeno accennato il problema! . Giovanni Caparvi Taranto