La scuola di buona politica
Sei lezioni con grandi nomi per imparare la Costituzione
In un contesto dominato dal disorientamento e dalla disaffezione per la cosa pubblica, a Cuneo viene proposta la “Scuola per la buona politica”, un’iniziativa della Fondazione Nuto Revelli e dell’associazione Amici di Nuto. Si è sentito il bisogno di rinnovare il senso della convivenza civile democratica che ha nella nostra Costituzione il monumento più insigne, optando per un programma dal titolo “Questa nostra Costituzione”: saranno così evidenziati alcuni dei principi cardine del documento fondativo della nostra Repubblica, partendo ogni volta dal commento di un singolo articolo. I sei incontri si terranno ogni mese nella sede cuneese della facoltà di Giurisprudenza a partire da sabato 14 ottobre, e a una prima lezione che imposta il problema nei suoi termini generali segue una seconda relazione che analizza un caso specifico, con forte riferimento all’attualità.
«Il mio insegnante di storia e filosofia al liceo – spiega Alberto Bosi, responsabile della Scuola -, commentando la Costituzione, ripeteva spesso che anche quella più avanzata non vale granché finché rimane sulla carta, finché i valori che incorpora non sono sentiti e difesi dai cittadini come propri. Noi lo ascoltavamo con rispetto, anche perché sapevamo che non si trattava di semplici parole: non molti anni prima era salito in montagna proprio per difendere i valori di libertà ed eguaglianza di cui parlava contro fascismo e nazismo. Ma personalmente solo molto dopo, davanti all’evidenza dell’abissale mancanza di senso civico e di educazione democratica non solo di una parte del ceto politico, ma anche di una grossa fetta del popolo italiano, avrei avuto l’occasione di capire a fondo quanto fossero vere. All’ingenuità dei miei sedici anni sembrava infatti che “i diritti inviolabili dell’uomo e del cittadino” fossero ormai un’acquisizione in qualche modo definitiva, e che avessero sì bisogno di essere consolidati, rafforzati ed estesi, ma non salvati da una minaccia mortale. E in effetti non avevo tutti i torti, perché l’attacco, per quanto mortale, sarebbe stato non frontale come nei totalitarismi che negavano sia la libertà che l’eguaglianza, ma insidiosamente obliquo».
Il programma è iniziato venerdì 14 ottobre con Gustavo Zagrebelsky su “Il principio di eguaglianza” (articolo 3) e Carlo Federico Grosso su “Il ‘caso giustizia’ in Italia e il principio di eguaglianza”; venerdì 25 novembre Maria Vittoria Ballestrero su “Il diritto al lavoro” (art. 4) e Giorgio Ariaudo su “Il caso Fiat e il diritto al lavoro”; venerdì 16 dicembre Stefano Sicardi su “La libertà religiosa” (art. 8) e Roberta Aluffi su “Presenza islamica e libertà religiosa”; venerdì 20 gennaio 2012 Luigi Bonanate su “L’Italia ripudia la guerra” (art. 11) e Christopher Hein su “Un ossimoro pericoloso: la guerra umanitaria”; venerdì 24 febbraio Giuseppe Laterza su “La libertà di espressione” (art. 21) ed Ezio Mauro su “Giornalismo e libertà di stampa”; venerdì 23 marzo, Aldo Bonomi su “Libertà economica e utilità sociale” (art. 41) e Ugo Mattei su “Il caso dell’acqua: libertà economica e utilità sociale”.