La scelta di Joana

A pochi mesi dalle Olimpiadi di Rio, un’atleta della nazionale argentina di pallamano ha deciso di rinunziarvi. Per una ragione superiore…
Joana Bolling col papà

Avete presente Lilo & Stich? Sì, il film d’animazione della Disney del 2002. Quello, per intenderci, dove Stich (inizialmente chiamato “esperimento 626”), un "alieno” che distrugge tutto ciò che incontra, fugge da una prigione extraterrestre a bordo di una navicella d’emergenza. Atterrato accidentalmente sulla terra, nell’arcipelago delle Hawaii, viene investito da un camion e trasportato in una clinica per animali dove è adottato da Lilo, che lo crede un cane e lo porta a vivere con lei e con sua sorella maggiore, Nani. Da quel momento Stich combina un sacco di guai, Nani vorrebbe riportarlo alla clinica da dove è stato adottato ma, nonostante tutto, Lilo lo difende sempre perché ormai Stich… fa parte della loro famiglia.

 

«Ohana significa famiglia, e famiglia vuol dire che nessuno viene abbandonato o dimenticato». Questa frase, pronunciata da Lilo, racchiude bene il tema principale del film o, se preferite, la morale che questo cartone animato vuole trasmettere: quando c’è un legame, come c’è in una famiglia o in una vera amicizia, quando si è davvero uniti, bisogna collaborare e sostenersi gli uni gli altri. Qualunque cosa accada. Sempre.

 

Nelle ultime settimane, proprio con questa frase ispirata da Lilo & Stich e pubblicata sul suo profilo instagram, una giovane atleta argentina ha commosso il mondo. In poco tempo, infatti, la sua storia si è diffusa sui vari social network con un passaparola inarrestabile.

 

Stiamo parlando di Joana Bolling, giocatrice di quella nazionale Albiceleste di pallamano che, con il successo ottenuto ai Giochi panamericani della scorsa estate, ha ottenuto una storica qualificazione per le Olimpiadi di Rio che si disputeranno nel prossimo mese di agosto. Mai prima d’ora, infatti, la rappresentativa femminile argentina di questo sport ha partecipato ai Giochi a cinque cerchi. Già, la partecipazione a un’Olimpiade, il coronamento del sogno per la maggior parte di quanti cominciano a praticare uno sport a livello agonistico. Il sogno anche di Joana da quando, sin da bambina, si è appassionata a questa disciplina. Perché, anche se per molti atleti già affermati conta soprattutto vincere, per la maggior parte degli altri vale ancora il motto olimpico “l’importante è partecipare”.

 

Joana però a Rio non ci sarà. Suo padre, Elnes, anche lui un ex sportivo (da ragazzo è stato un buon giocatore di pallacanestro), soffriva da tempo di insufficienza renale. Sottoposto a tre dialisi a settimana, le sue condizioni sono sensibilmente peggiorate negli ultimi mesi tanto da rendere assolutamente necessario un trapianto. Elnes ha cercato di trovare un donatore compatibile, ma senza successo. Così, visto che il rene di Joana è compatibile con quello del padre, questa ragazza non ha avuto un attimo di incertezza, e ha deciso di rinunciare a partecipare ai Giochi di Rio per donare un suo rene a papà Elnes. «Certamente questo è più importante della pallamano. Nella mia famiglia ci sono sempre stati i valori dell’impegno e del sacrificio che appartengono allo sport, il farsi da parte e il rinunciare a determinate cose per raggiungere un determinato obiettivo».

 

Questa volta l’obiettivo più importante di Joana era la salute di suo padre. Così, il 5 aprile scorso, nel “Sanatorio Allende” di Córdoba, città dell’Argentina centrale con oltre un milione di abitanti, si è svolta l’operazione di trapianto. Tutto è andato per il meglio e ora questa ragazza poco più che ventenne è attesa da una lunga convalescenza. I Giochi di Rio li guarderà dalla tv, insieme alla sua famiglia e a papà Elnes, facendo il tifo per le sue compagne di squadra. Poi, se non ci saranno intoppi, Joana riprenderà ad allenarsi e a inseguire nuovamente il sogno di partecipare a un’Olimpiade, magari già a quella di Tokyo del 2020.

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