La Sardegna si mobilita per tornare alla normalità

Non si ferma la macchina dei soccorsi nell'isola. In Gallura, nel Nuorese, nell’Oristanese e nel Medio Campidano è in corso la conta dei danni: oltre mille le persone ancora sfollate, mentre si mobilitano tutte le Caritas. La Cei stanzia un milione di euro
Al lavoro per tornare alla normalità dopo il ciclone che ha colpito la Sardegna

Resta elevato in quasi tutta l’isola il livello d'allerta per rischio idrogeologico, notizia che preoccupa in particolare gli abitanti della Gallura e del Nuorese, dove in molte zone manca ancora l’energia elettrica e non funzionano i telefoni, con decine e decine di operai impegnati nel ripristino dei servizi idrici, elettrici e telefonici. Al lavoro anche i tecnici dell’Anas per riaprire al traffico decine di strade che hanno isolato alcuni paesi.

Intanto sono stati celebrati i funerali delle vittime, mentre è stata presentata alla stampa una raccolta di fondi straordinaria della Caritas, prevista per domenica prossima, a favore dell’emergenza Sardegna e quella nelle Filippine. Chi volesse contribuire può rivolgersi alle Caritas diocesane o trovare i riferimenti sul sito della Caritas cagliaritana.

In prima linea ad affrontare l’emergenza ci sono i sindaci, come quello di Galtellì, nel nuorese, Giovanni Santo Porcu. «Il nostro centro è abituato alle alluvioni, ne abbiamo avuta una nel 2004 e un’altra nel 2007, ma questa è stata la peggiore in assoluto. Ora ci stiamo dando da fare per rimetterci in piedi con l’aiuto di tutti».

Anche i vescovi sardi hanno pubblicato un messaggio di solidarietà: «In questo momento di grande sofferenza per molte comunità della Sardegna – scrivono –, i vescovi della Conferenza episcopale regionale esprimono tutta la loro fraterna e sofferta vicinanza alle famiglie duramente colpite, soprattutto a quelle che hanno perso persone care, a quanti sono rimasti feriti e a coloro che hanno subìto danni ad abitazioni e attività produttive. Preghiamo il Signore, che dà forza e consolazione ai tribolati, di essere vicino a quanti sono coinvolti in questa tragedia. Sia Lui ad alleviare le sofferenze e ad accogliere nel suo abbraccio paterno le vittime. Questa difficile prova per la nostra Regione deve essere per tutti un’occasione di solidarietà e di collaborazione piena, sollecita e concreta tra le istituzioni. È per noi motivo di grande incoraggiamento il sostegno, a nome di tutte le diocesi italiane, da parte della Caritas nazionale».

Monsignor Marco Lai, responsabile della Caritas regionale, racconta del lavoro fatto finora: «Continuiamo a coordinarci con l’unità di crisi e chiediamo a chi può di mettersi a disposizione per sostenere le popolazioni delle diverse zone interessate dalla tragedia».

La solidarietà si è subito attivata con decine di persone mobilitate e la Caritas diocesana di Cagliari promuove una raccolta di generi alimentari, biancheria intima nuova, asciugamani, lenzuola, coperte e materassi, carta igienica, abiti per bambini, che potranno essere consegnati presso il Centro diocesano di assistenza della Caritas di Cagliari dalle 8.30 alle 18.00 fino a venerdì prossimo (via Po 57, 61 – Cagliari). Viene chiesta, inoltre, la disponibilità di operatori-volontari per spalare il fango nelle zone colpite, dotati di attrezzature proprie, e in piena autonomia "alloggiativa", alimentare e di spostamento, che dovranno essere coordinati dalla Caritas di Cagliari.

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