La salvezza di uno solo?
La grazia di un incontro. Nella piccola, ma affollatissima (di libri i più svariati) biblioteca, padre Agostino mi ha raccontato di don Divo Barsotti.
Ero salito a Settignano, sulle colline fiorentine arse dal sole, nel luglio dello scorso anno. La meta era la casa che don Divo Barsotti, sin dal marzo del 1956, aveva ricevuto in dono, a dimora per sé e per la piccola comunità monastica che andava germogliando attorno a lui. “Casa san Sergio” l’ha chiamata lui stesso, per sintonia spirituale profonda con san Sergio di Radonež, il grande riformatore della vita cristiana in Russia a partire dalla contemplazione della SS.ma Trinità.
Barsotti – mistico e teologo, guida spirituale e poeta, che già negli anni Cinquanta aveva attirato l’attenzione di uomini come Giorgio La Pira e Hans Urs von Balthasar – era poco più che un nome, sino ad ora, per me. Ne avevo sentito parlare e qualcosa di lui avevo pure leggiucchiato. Ma l’incontro ancora non c’era stato.
La Comunità dei figli di Dio, erede della sua opera e della sua vita, m’invitava a una visita perché quest’anno si sarebbero celebrati i cinque anni dalla morte del fondatore. E, tra le altre cose, aveva in progetto un convegno per sviscerare qualche aspetto del suo carisma.
Sì, è stata la grazia di un incontro. Nella piccola, ma affollatissima (di libri i più svariati) biblioteca, padre Agostino mi ha raccontato di don Divo. Mi son sentito immerso nella luce di un’esperienza di Dio intensa e originale, di cui avvertivo l’innesto profondo e profumato nella bimillenaria tradizione della Chiesa e insieme la decisiva e incisiva contemporaneità – vivere Gesù per far sperare il mondo.
Con un’apertura a tutto campo: alle diverse civiltà e sapienze religiose, alle ricche espressioni del mistero cristiano nell’Oriente greco e russo, alla ricerca di Dio e dell’uomo nella letteratura di tutti i luoghi e di tutti i tempi…
Da quel giorno ho meditato qualcuno tra gli scritti di Barsotti e ho preparato un contributo per il Convegno che si è poi tenuto (gremito dai membri della Comunità, giunti a Roma da ogni parte d’Italia) il 19 febbraio scorso.
Ho ringraziato dal cuore il Padre per il dono di Gesù e della Chiesa, e lo Spirito Santo per la sua continua presenza alla nostra storia attraverso i doni della sua Sapienza.
Mi sono portato via, tra le altre, due frasi dai diari di Barsotti: «Ripugnanza irriducibile a un’ascesi e a una mistica personale – rinuncia alla salvezza se è la salvezza di uno solo»; «Un amore che soltanto si dona non è amore. Se Egli veramente si dona, è da me che deve ricevere sé stesso».
Noi tutti abbiamo bisogno di Dio. Ma anche Dio ha bisogno di noi. Gesù in noi – testimonia Barsotti – è la grazia di questo incontro.