La salmonellosi e gli animali
La salmonellosi è una zoonosi, una malattia, dunque che può colpire sia l'uomo che gli animali e può passare dall'uno all'altro indifferentemente, provocando una sintomatologia prevalentemente gastroenterica poco allarmante per il soggetto adulto e in buone condizioni di salute. Il batterio responsabile è la salmonella un microbo normalmente presente nell'apparato gastrointestinale dell'uomo e degli animali sia in forma innocua sia sotto forma di patogeno. Ne esistono diverse varietà, alcune colpiscono solo l'uomo determinando, per esempio, la febbre tifoide, altre interessano quasi tutti gli animali domestici compreso l'uomo, il cane, il gatto, gli uccelli, gli anfibi e soprattutto i rettili. Si calcola, infatti, che circa il 90% dei rettili sia portatore di salmonella.
In genere la trasmissione avviene per ingestione di bevande o alimenti contaminati, soprattutto carne, uova e latte crudi o poco cotti, cibi precotti o acque non potabili o potabili ma non clorate, frutta e ortaggi, ma anche attraverso il contatto orale con oggetti inquinati da feci di animali infetti che possono o non manifestare la malattia. In quest'ultimo caso si parla di portatore sano e si tratta dei casi più subdoli perché l'animale o l'uomo non manifestano alcun sintomo ed indisturbati procedono a diffondere la malattia. Tra gli animali questa condizione è frequente nei rettili ma anche nel gatto che spesso vive in condizioni di semilibertà o in colonie protette.
L'infezione si può trasmettere anche attraverso lesioni cutanee o per contatto di materiale contaminato con le congiuntive o altre mucose (per inalazione). Per nostra fortuna la salmonella è un batterio normalmente presente nell'intestino e tenuto a bada dagli altri batteri dell'organismo. Condizioni di defedamento o di depressione immunitaria (soprattutto nei bambini e negli anziani) possono tuttavia rendere questo batterio pericoloso, fino anche a mettere in pericolo la vita stessa del soggetto infetto. I sintomi infatti sia nell'uomo che nell'animale sono caratterizzati da semplici disturbi gastrointestinali quali nausea, vomito, dolori addominali, diarrea e febbre ma anche dalla presenza di batteri nel sangue ed infezioni localizzate alle ossa e alle meningi soprattutto nei bambini e negli anziani. I sintomi si evidenziano in un tempo medio di 12-36 ore e nella maggior parte dei casi si risolvono in 24 ore o in pochi giorni, senza necessità di ricovero ospedaliero né l'utilizzo di terapie specifiche se non quelle di supporto quali la somministrazione di soluzioni orali che compensano i liquidi e i sali minerali persi con il vomito e la diarrea, antibiotici (quest'ultimi prescritti con una certa parsimonia per evitare episodi di farmaco-resistenza), fermenti lattici e probiotici.
Benché le forme gastrointestinali da salmonella non sono in genere preoccupanti, risolvendosi spesso da sole e la fonte del contagio più spesso si ravvisa in alimenti ed acque contaminate, piuttosto che nel contatto diretto con gli animali (il chihuahua portato a visita la settimana scorsa, infatti, è risultato sano come un pesce), la diffusione delle salmonellosi "minori" che riconoscono negli animali il loro serbatoio è in continuo aumento. Probabilmente la ragione di tale incremento va ricercata nella diffusione degli animali da compagnia nelle nostre case e soprattutto di alcuni animali non convenzionali (iguane e tartarughe d'acqua) spesso accuditi in modo inadeguato o manipolati senza tener conto delle basilari norme igieniche (tenere animali nel nostro letto, baciarli o farsi leccare ecc.). Tutto ciò ci spinge ad evidenziare tutti i mezzi o le misure di prevenzione che possano aiutarci in una sana e più sicura convivenza con i nostri beniamini. Della salmonellosi nei rettili e delle precauzioni di ordine igienico e comportamentale ne parleremo in un successivo articolo.
(A cura della dott.ssa Letizia D'Avino – Centro medico veterinario "Zoe", via Aldo Moro 75, Somma Vesuviana, Napoli)