La Russia dei catalani La Veronal

Attorno a una fiammeggiante auto rossa, elemento catalizzatore che attira e respinge il gruppo, i danzatori danno vita a un “dance thriller” che, tra senso di paura e nostalgia, rimanda ad una certa visione della Russia di oggi
Russia

Quinto titolo di un progetto che ha già esplorato altre città del mondo, tra cui anche Siena, Russia del coreografo Marcos Morau è un luogo soprattutto mentale ricreato dentro una dimensione onirica, tra inquietanti atmosfere cinematografiche alla David Lynch e l’humour dei fratelli Cohen, tra cupe sonorità e musiche di Stravinsky e di Ciajkovski.

 

Un road movie in forma di danza che ha come fulcro della storia un viaggio verso il lago Baikal, in Siberia, dove non si arriverà mai, con i protagonisti bloccati una notte davanti ad una strada ricoperta di neve. La convivenza forzata scatenerà situazioni surreali e incontrollati stati emozionali, tra panico, esaltazione, vaneggiamento, ansia, espressi in una danza energica, con guizzanti esplosioni di movimenti fluenti e secchi, gesti disarticolati, e sequenze da esercizi accademici.

 

Ironia e drammaticità caratterizzano lo spettacolo della compagnia catalana La Veronal – ospite per la prima volta al Napoli Teatro Festival Italia -, lasciandoci vagheggiare su un luogo geografico e politico che avrà nel finale una divertente caricatura del potere con un militare che incita un uomo a sparare a un cigno – un assolo velocissimo che rimanda alla morte del celebre balletto Il lago dei cigni –, mentre gli altri, piangendo, assistono sgomenti e impotenti.

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