La rivoluzione Periscope

Una app per telefonino che permette a chiunque di improvvisarsi video-operatore trasmettendo in diretta a tutto il mondo. Dal sito si può sapere quali streaming sono attivi in quel momento. Utile in circostanze d’emergenza, sono da verificare gli eventuali problemi di privacy per utilizzi eccessivi
Periscope

E così dopo Youtube, Facebook, LinkedIn, Twitter e un’altra serie di minori social network che hanno radicalmente modificato condivisione e diffusione via web, venne l’era di Periscope, l’applicazione che permette di vedere e diffondere i video in diretta attraverso un semplice smrtphone. Poco importa che l’utente sia testata giornalistica, informatico e semplici amatore, giacché il funzionamento è semplice e immediato: basta scaricare l’app gratuita per il sistema operativo iOS (al momento non per Android) ed iscriversi, volendo anche collegando il profilo di Twitter e abilitando di conseguenza l’accesso a fotocamera e microfono per chi vuole trasmettere. Basta premere Start Broadcast sul display dello smartphone per improvvisarsi videoperatori in diretta potenzialmente mondiale.

 

Punto di forza non è soltanto la trasmissione ma la possibilità di informare gruppi di persone circa l’inizio di eventi o trasmissioni. Per la verità, app del genere non sono nuove, se si ricorda come cinque anni fa con un iPhone fosse già possibile mostrare a tutti un video in diretta attraverso Ustream, pur con la premessa di accedere alla piattaforma per sfogliare i canali on air. Ma con l’acquisizione, all’inizio del 2015, di Periscope da parte di Twitter, ogni singolo stream apre potenzialmente il mondo della visualizzazione diretta ai followers dell’utente, notificando quando un video è in procinto di essere proiettato. Risulta dunque facile scorrere il proprio flusso di notizie e scoprire chi sta trasmettendo live.

 

Gli ideatori principali rispondono ai nomi di Kayvon Beykpour e Joe Bernstein, finanziati da Dick Costolo, che ha deciso di investire nel progetto prima che questo fosse addirittura finito. Nel nostro paese Periscope è noto da alcune settimane: diffuso prima da Rosario Fiorello, poi da Jovanotti e J-Ax: le potenzialità della piattaforma hanno ricevuto una buona spinta mediatica da Meerkat, applicazione molto simile che ne ha preceduto l’arrivo sugli smartphone di circa una settimana. Meerkat aveva riscosso curiosità per l’avviso automatico dell’inizio della diretta per i seguaci su Twitter.

 

Anche se non si possiede un account Twitter, è possibile sapere quali dirette di interesse siano online in un certo momento su www.periscope.com. Il sito non è ufficiale ma al momento sembra un’ottima vetrina per monitorare le dirette presenti, pur ancora poche in certe fasce orarie. Al di là del pungolo alla curiosità e al desiderio di intrattenimento, è facilmente immaginabile quanto lo strumento possa essere utile ad esempio in circostanze d’emergenza come alluvioni, terremoti, o situazioni di guerra.

 

Per essere iscritti all’ultimo social network arrivato basta il proprio numero di telefono, anche se Twitter consiglia l’iscrizione a Periscope per meglio promuoverne l’attività. Data anche la poca dimestichezza di almeno otto italiani su dieci con twitter, Periscope potrebbe costituire un’alternativa in espansione: si può scegliere una foto profilo diversa da quella di Twitter, rispondere a commenti e bloccare altri utenti. Al momento, il fenomeno del live streaming firmato Periscope non risulta ancora di massa, almeno stando all’analisi del sito “The Next Web” che annota come negli USA Periscope si posizioni oltre le 150 app più scaricate (in Italia oltre le 120 circa), mentre l'app rivale Meerkat, non a caso integrabile a Facebook, non figura neanche tra le prime 500.

 

Secondo quanto riportato dal sito specializzato Re/Code, insieme alla startup Niche, Periscope è costato al capostipite dei microblog, Twitter, 86,6 milioni di dollari. Investimento titanico? Non se il trend rispetterà il volume d’affari registrato dall’ormai gigantesco Facebook e dallo stesso influente genitore iniziale, ancora il più in rampa di lancio mondiale, Twitter.

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