La rivoluzione del Vangelo

La ricerca del bene degli altri come condizione del bene proprio.
Terremotati

Lo scopo della redenzione è di radunare gli uomini dalla dispersione per ricomporli in comunità, un obiettivo dell’amore che fa di tutti uno.

Uno che liberasse la progenie umana dalle sofferenze fisiche e morali, dalla miseria economica e spirituale, dalla guerra e dalle rapine, dai tradimenti e dalla morte, e desse a ogni creatura una razione equa di alimenti e di gioia, di salute e libertà, in una convivenza scevra di oneri guerreschi, sarebbe considerato il più grande benefattore: un padre universale.

E Cristo questo fu: questo è. Solo che il beneficio da lui apportato non è accolto da tutti: le sue formule di salute incontrano lo sbarramento di sofismi; e le rinunzie al male, da lui richieste per avere il bene, sono da troppi respinte. Ché fare il bene costa; e la libertà si esercita a fatica. La lotta contro di lui e contro la sua eredità è provocata infine da questa innovazione, che recide l’egoismo dell’uomo. Tutti i parassiti, gli sfruttatori, i privilegiati, i despoti insorsero e insorgono contro un sistema, il quale sostituisce alla diffidenza, alla rapacità, all’invidia, la ricerca del bene degli altri come condizione del bene proprio.

Su questo punto la rivoluzione del Vangelo è sconvolgente: quasi superumana, perché demolisce quel culto della persona, quell’egoismo, che si coltiva, nascosto o palese, nel cuore dei più, se non di tutti. Ultraumana, superumana: difatti è divina; partecipazione della natura di Dio, il quale dà, non prende, perché è amore.

Affinché tale parola non si dissolva in fantasmi anche tra i seguaci della croce, Gesù ne definisce l’azione concreta con un vocabolo che dà brividi: servizio. E nel servizio – amore in atto, compiuto in piena libertà – egli pone la pietra angolare della città nuova.

Non è facile all’uomo accedere a questa diminuzione di sé, spinta sino all’annientamento. Quasi, uno sgonfiamento. Ma anche su questo punto, che è centrale, il Vangelo non offre dilettazioni: chiede sacrifici. Le sue prescrizioni sono limpide, e Cristo le incarna: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo» (Gv 10, 9).

 

(Da: La rivoluzione cristiana, Città Nuova)

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