La rivoluzione accelerata dell’Ucraina

Mentre la confusione continua a essere regina nell'intero Paese ex-sovietico, il presidente Yanukovich è stato destituito e l'ex premier Tymoshenko è stata liberata. Il rischio di una guerra civile resta ancora alto
Un gruppo di manifestanti ucraini festeggia la fine del presidente

Gli eventi stanno precipitando. Nel senso che la rivoluzione in Ucraina ha conosciuto una straordinaria accelerazione. In poche ore, infatti, il presidente Yanukovich è stato destituito in seguito a una procedura di impeachment votata dal Parlamento con 387 voti favorevoli. Altre decisioni prese dallo stesso organo di rappresentanza sono state: liberare immediatamente l'ex premier Julia Tymoshenko, considerata un po' l'eroina e il simbolo dell'intera rivoluzione, e l'indizione delle prossime elezioni per il prossimo 25 maggio. La stessa Tymoshenko ha detto che si candiderà.


Contemporaneamente il presidente dimesso si è rifugiato con i suoi più fedeli compagni e con i familiari in quella Kharkiv che è situata nel cuore della zona russa dell'Ucraina. Ha dichiarato che tutto quello che sta accadendo è molto simile a quanto accadde per la salita al potere di Adolf Hitler. Mentre l'Unione europea fa sapere che le procedure messe in atto dal parlamento ucraino hanno tutto il sapore e la sostanza della legittimità.

Tre questioni restano sul tappeto a questo punto della rivoluzione, tre questioni che rischiano di diventare esplosive: in primo luogo cresce il rischio di una guerra civile tra la metà della popolazione che ha radici e mentalità russe, assolutamente favorevole al presidente Yanukovich e alla sua alleanza col presidente della Federazione russa Vladimir Putin, e quella invece più vicina al sentire occidentale, di origini slavo-polacche. In secondo luogo ci si chiede che cosa farà lo stesso Putin, quali reazioni metterà in atto, che misure oserà prendere dopo le parole di condanna ed esecrazione delle decisioni parlamentari formulate dal ministro degli Esteri Lavrov. In terzo luogo ci si chiede come avverrà la transizione alle elezioni, cioè se la rappresentatività democratica e l'accesso alle elezioni verrà assicurato per tutti in un Paese diviso a metà.


La legittimità del governo sembra in ogni caso mantenuta, anche dopo il mini rimpasto che ha portato un fedelissimo della Tymoshenko al ministero degli interni (Avakov al posto di Zakharchenko, braccio destro del presidente uscente), e un secondo alla guida dell'Assemblea (Turcinov al posto di Ribak, anch'egli fedelissimo di Yanukovich). Le prossime ore diranno se gli avvenimenti prenderanno una piega pacifica o se le violenze riconquisteranno le piazze. Mentre circolano già voci di una possibile e prossima scissione del Paese in due parti e mentre la Tymoshenko pare essere in procinto di arrivare a Piazza Maidan…

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