La rivincita delle liste civiche?

La sfiducia nei partiti sta determinando una voglia di partecipazione diffusa ma anche tanta confusione su programmi e valori
ilva taranto

In Puglia c’è fermento per le elezioni amministrative 2012 che si terranno il 6 e 7 maggio in 63 dei 258 comuni della regione (24,4 per cento) e in 4 capoluoghi di provincia: Trani, Brindisi, Lecce e Taranto.

Nella sesta provincia pugliese – Barletta Andria Trani – si vota a Canosa di Puglia, a San Ferdinando di Puglia e a Trani. Pina Marmo, consigliera provinciale della BT-Gruppo Misto, esprime rammarico per le dichiarazioni dei colleghi, che tristemente annunciano una campagna elettorale molto difficile a causa della sfiducia e della delusione dei cittadini, con rare simpatie espresse in nome del rapporto personale con il candidato sindaco. Un clima condizionato anche dagli evidenti conflitti interni all’ambiente politico.

A Taranto, secondo una dichiarazione dell’avv. Sergio Barbaro, il tema centrale della campagna elettorale è il rapporto tra ambiente e lavoro, che viene riportato nella quasi totalità delle 50 liste civiche presentate per circa 12 candidati sindaci. La contrapposizione emerge tra le industrie tarantine (nella foto, l'Ilva) e la tutela dell’ambiente, che crea forti tensioni e diffondono un clima di antipolitica che ha portato alla formazione di una grande quantità di liste cittadine. I verdi, inoltre, facendo proprio l’indiscutibile allarme ambientale, hanno candidato il loro leader nazionale presidente di partito, Angelo Bonelli, che già si stima possa raccogliere il 10 per cento dei voti. Il sindaco tarantino uscente, Ippazio Stefano, per quanto capace, non è riuscito a mantenere il consenso, poiché secondo l’idea di alcuni avrebbe avuto un atteggiamento compromissorio verso le esigenze dell’industria a discapito dell’ambiente.

Nella provincia barese, si è verificato un'imprevista fioritura di liste civiche, anche al di sopra delle reali possibilità di successo delle candidature presentate. Sono oltre 500 le liste civiche presentate anche in comuni piccolissimi, con una configurazione pari a circa 3 candidati a famiglia. Domi Calabrese, cittadina attiva nella politica locale, sostiene che il disdegno delle liste di partito spinge alla formazione di liste civiche, che alla fine, in molti casi dovranno affiancare le liste politiche tradizionali e confluire nei partiti politici esistenti.

«Sembrerebbe – continua la Calabrese – il tentativo di riempire dei vuoti sociali, ma la moltitudine delle liste genera una grande confusione. Da parte della società civile, c’è un desiderio di avere un’identità, e quindi grande voglia di politica, c’è gran fermento, ma non per la politica tradizionale, per la speranza di una nuova sfida indipendente. Opposta a questa corrente, c’è la tendenza all’astensionismo. Quest'ultimo è dovuto anche alla consapevolezza che un certo numero di partiti politici compromessi, non potendo più candidarsi con le loro originarie sigle, fondano nuove associazioni di propria emanazione, sempre politicizzate, per confondere gli elettori».

Pietro Petruzzelli, consigliere comunale barese del Partito democratico, ha una diversa opinione al riguardo e sostiene che «in alcuni casi c'è una spontanea formazione di liste civiche in supporto a candidati sindaci. Solo in altre rare manifestazioni si verifica un atteggiamento opportunistico da parte dei partiti politici, allo scopo di cavalcare l'onda della crisi dei partiti tradizionali. Bisogna anche dire – prosegue Petruzzelli – che non è escluso che alcune liste cittadine, in caso di vincita delle elezioni, rimangano autonome».

«In provincia di Bari si presentano anche gli ex sindaci Simone Pinto e Sergio Povia – dichiara il funzionario dei comuni di Putignano e di Cassano Murge, Stefano Colucci -, dando un segno di garanzia e di continuità, in quanto protagonisti della primavera pugliese dai tempi della gioventù e politici che hanno anche ricoperto le cariche di consiglieri regionali e provinciali di forte espressione popolare».

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