La rivincita dell’arte

Con il Leone d’oro al Faust di Alexandr Sokurov la rassegna punta al rilancio. L’Italia bene con Terraferma di Crialese.
leone d'oro

Finalmente. Nel ping pong che da anni arte e mercato giocano a Venezia, privilegiando molto quest’ultimo, il festival più vecchio del mondo è tornato alle origini. Il Leone d’oro al russo Sokurov è dunque l’atteso inizio di una rinascita della vocazione all’arte cinematografica per cui la rassegna è nata? O è un colpo geniale del duo Baratta- Muller alla scadenza (forse) dei rispettivi mandati? Sia come sia, il Leone al Faust premia un poema metafisico scolpito con potenza da una fotografia “sporca”, da riflessioni sul tema della morte, del male e della verità. Aleggia lo spirito di Goethe, ma anche di Thomas Mann, di Omero, di Dante, della pittura visionaria di un Altdorfer. Sokurov è un umanista che si impregna di ogni forma d’arte. Tutto ciò che riguarda l’uomo e i suoi rapporti lo attira.

 

È questo tema il filo rosso della rassegna, indagato e presentato in forme diverse dalla maggior parte delle opere (moltissime, troppe) nelle diverse sezioni. In primo luogo nei ventidue film in concorso, con registi che spaziavano dagli Usa all’Europa, dall’Asia all’Italia. Opere di spessore se ne sono viste, più d’una meritevole del primo premio. Penso a Le idi di marzo di George Clooney, thriller politico-morale che solo gli americani sanno fare senza cadere nell’enfasi. A Carnage di Polanski, gioco al massacro fra due coppie, che svela il mondo delle ipocrisie nei rapporti interpersonali. All’iraniano Le poulet aux prunes di Marjani Satrapi, favola d’amore e di perdono. (speriamo qualche distributore lo compri e ce lo faccia vedere). Senza dimenticare i film di Cronenberg, Solondz, Ferrara, “trascurati” dai premi. A dire il buon livello della mostra.

 

L’Asia, al solito, ha vinto molto: fra tutti il Leone d’argento a People Mountain People Sea di Shangjun Cai, vicenda disperata di giovani, il premio alla miglior attrice Deanie Yip, interprete formidabile di A simple life, storia commovente di una domestica la cui presenza è per tutti “un raggio di luce”. A riprova che la Cina non fornisce solo film violenti e sanguinosi, come ogni anno capita di vedere in laguna. Speriamo sia un segno di inversione di tendenza!

 

Naturalmente Venezia offre anche un altro spettacolo, quello dei divi e delle dive grandi e piccini. Sono calati personaggi del calibro di Madonna, Clooney, Al Pacino, per citare i più omaggiati dalla folla, in attesa per ore davanti al red carpet e poi all’inseguimento della star nelle feste notturne al lido e in città. Perché il festival è anche glamour, mondanità. E convegni culturali, presentazioni di libri e di eventi, contatti di mercato all’ombra o sulla spiaggia del valoroso Hotel Excelsior. Insomma, il mondo del cinema nel suo caleidoscopio umano.

 

C’è eleganza, c’è gente – tanti studenti – ma non come ci si aspetterebbe, forse. I problemi infatti non mancano: dalla scarsità di sale, all’inefficienza dei servizi, fino al “buco” immenso, coperto da montagne di teli di plastica, del costruendo Palazzo del cinema, fermo a causa dell’amianto. Chissà se si farà mai…

 

L’Italia in risalita?

 

Il Belpaese era presente con tre film in concorso: Terraferma di Emanuele Crialese, Quando la notte di Cristina Comencini, e L’ultimo terrestre dell’esordiente Gian Alfonso Pacinotti. Grande tema, quello dell’accoglienza. Degli immigrati, in particolare, nel film di Crialese, ma poi anche in lavori delle altre sezioni (Scialla! di Francesco Bruni, Là bas di Guido Lombardi) e all’interno della famiglia (il film della Comencini). Opere neorealiste, talvolta troppo ambiziose, che dimostrano nel nostro cinema capacità di osservazione, e voglia di volare alto. Come ne Il villaggio di cartone di un Olmi “profetico”. La vittoria – Gran premio della giuria – a Terraferma premia un poeta che, pur nella discontinuità della narrazione, si sforza di fare di u n piccolo racconto una riflessione universale sui rapporti umani. Insomma, c’è da sperare. Anche che il festival continui, nel 2012, a premiare l’arte.

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