La riscossa possibile per l’Italia
Molti si sorprendono del “volo del calabrone Italia” nonostante le partigianerie e teatralità della nostra politica nazionale, così divisa.
L’immagine del volo del calabrone sta a indicare il paradosso per cui “secondo la fisica il calabrone non potrebbe volare, eppure vola”. Prendiamo l’esempio del deficit e debito eccessivo: l’Italia ha evitato per un soffio la procedura d’infrazione. Il confronto è rinviato in autunno. Moscovici, Commissario europeo ha affermato: «Non è più giustificata. Monitoreremo la manovra per il 2020».
Che cosa rende sostenibile allora il volo incerto dell’Italia? Nel rapporto Symbola, presentato in questi giorni a Treia (MC), troviamo una risposta. Non dobbiamo sottovalutare i punti di forza del nostro Paese, anzi dobbiamo potenziarli.
È una nostra storica malattia quella di sottovalutarci. Siamo tra i cinque primi Paesi del mondo come attivo della bilancia dei pagamenti del settore manifatturiero dietro Cina, Germania, Corea del Sud e Giappone.
Siamo primi per valore aggiunto in agricoltura in Europa; sesti nel mondo come robot installati per la produzione; secondi al mondo come quota di mercato nel settore della moda e come saldo commerciale nel settore legno-arredo; primi in Europa per la produzione di farmaci; tra i primissimi per investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione e citazioni scientifiche.
Molto importante per affrontare il futuro la leadership in alcuni settori della sostenibilità ambientale. Siamo leader nell’economia circolare con la più alta percentuale di materia “seconda” nelle produzioni (18,5%).
Le nostre emissioni di gas serra in agricoltura sono inferiori a quelle degli altri Stati europei e siamo primi per numero di produttori nell’agricoltura biologica.
Questi primati in sostenibilità ci pongono un passo avanti agli altri nella trasformazione che tutti i sistemi economici devono compiere nel prossimo futuro. Questa ricchezza nel campo “green” ha bisogno di un sistema che aiuti e che non faccia da zavorra.
L’Italia, ricordiamolo, cresce di appena lo 0,1 % di Pil, ultima in Europa. Nelle numerose medie e piccole imprese serve una migliore trasmissione intergenerazionale. Insopportabili sono la durata delle cause civili, la corruzione, l’evasione fiscale e l’inefficienza della burocrazia.
Negli appalti si ritorna all’idolatria del prezzo minimo favorendo lo sfruttamento del lavoro e dell’ambiente. Il sistema poi deve favorire il superamento delle imprese sostenibili e non sostenibili inefficienti ed il relativo nanismo. Cresce la voglia del made in Italy. Nel rapporto Symbola I.T.A.L.I.A., presentato ai primi di luglio, emergono tanti punti di forza del Paese che restano sconosciuti ai cittadini.
Ce la faremo ad uscire dal lungo declino e dalla recessione, alla luce di queste potenzialità? Eviteremo una nuova devastante crisi finanziaria? Quali risultati avrà l’esperienza di governo delle forze anti-establishment che stiamo vivendo?
Sono sotto gli occhi di tutti le responsabilità, le ambiguità delle élite, dei media, degli intellettuali, dell’opinione pubblica disinformata e rancorosa, della classe dirigente degli ultimi anni e decenni. Sembrano esserci due Italie. Quella dei suoi governi e quella del volontariato diffuso, di un vasto capitale sociale, di tante eccellenze nel campo delle imprese, dell’arte, dell’enogastronomia, dell’accoglienza ed integrazione.
Nel corpo sociale notiamo ancora molte virtù. È possibile allora una riscossa civica? Ne è convinto Ferruccio de Bortoli in “Ci salveremo. Appunti per una riscossa civica” Garzanti, Milano 2019. Dipende da ogni italiano. Va rafforzato il senso civico, il senso dello Stato e dell’appartenenza all’Unione Europea. Va diffusa la cultura della legalità e della conservazione dei beni comuni. Questo comporta anche introdurre un’ora di Educazione civica in ogni ordine e grado degli studi. Va potenziata la ricerca scientifica evitando la fuga dei cervelli. Va affermata a tutti i livelli la parità di genere.
In una società invecchiata, poi, è urgente dare spazio ai giovani, a forze non ripiegate su se stessi. Possiamo pertanto attuare una seconda Ricostruzione dopo quella che ci ha fatti uscire dalla povertà e scoprire la democrazia. Occorre però unità, dialogo, legittimazione reciproca tra maggioranza ed opposizione in alternanza, al governo, fraternità tra le due Italie.